Covid-19, un centinaio di medici indonesiani morti nella lotta al virus
di Mathias Hariyadi

L'associazione dei medici (Idi) ha aperto una inchiesta per far luce sui decessi. Fra le cause lo stress e l’elevato carico di lavoro, unito alla mancanza di dispositivi di protezione adeguati. Crescono i provvedimenti anti-contagio, fra cui distanziamento sociale e coprifuoco. Ma il governatore di Jakarta vuole riaprire i cinema per allentare la tensione.


Jakarta (AsiaNews) - Sono almeno un centinaio i medici indonesiani che hanno perso la vita in questi mesi nella lotta in prima linea, assieme a infermieri e personale parasanitario, contro la pandemia di Covid-19 dopo aver contratto il virus. È quanto emerge dai dati forniti a inizio settimana dall’Associazione dei medici (Idi, Ikatan Dokter Indonesia), il cui portavoce Halik Malik conferma l’apertura di una indagine interna per verificare le cause del picco di mortalità. 

L’obiettivo dell’inchiesta è capire i motivi dell’alto tasso di vittime e verificare se, per il futuro, si possano attuare misure di protezione a tutela della salute dei medici. In queste ore, intanto, il presidente Idi Daeng M. Faqih ha inviato le condoglianze a nome dell’associazione alle famiglie delle vittime. 

Fra le prime cause di mortalità fra i sanitari vi sarebbe lo stress legato all’eccessivo carico di lavoro e la fatica fisica che hanno indebolito le difese immunitarie, uniti all’uso di dispositivi di protezione non adeguati. Un medico, dietro anonimato, conferma le “molteplici sfide” da affrontare di fronte alla pandemia in atto. Alla generale “indisciplina” degli indonesiani al mancato rispetto delle norme igieniche anti-contagio si unisce il sovraccarico lavorativo. Ma la cosa più preoccupante, confessa, “sono i pazienti asintomatici” fra i principali vettori di trasmissione del virus. 

Secondo le ultime stime, nel Paese si contano ad oggi 178mila casi di nuovo coronavirus, dei quali 128mila sono già guariti. Le persone finite in ospedale sono 42mila e le vittime 7505. 

Nelle ultime due settimane si sono registrati focolai in diverse città e non vi sono segnali che stiano a indicare una regressione della pandemia. Al contrario, i contagi sarebbero in rapido aumento. Nelle ultime 24 ore si registrano 2775 nuovi casi e le recenti festività, con l’inevitabile conseguenza di assembramenti e incontri pubblici, rischiano di imprimere una ulteriore accelerata. 

Le cinque provincie con il maggior numero di infetti sono Grande Jakarta (Dki), East Java, West Java, Central Java e Bali. Il virus si è ormai diffuso in almeno 488 distretti, a conferma che il 90% dell’intero territorio nazionale è interessato dalla pandemia. Il governatore di West Java Ridwan Kamil ha imposto il distanziamento sociale (PSBB, Pembatasan Sosial Berskala Besar) dal primo al 28 settembre, mentre in alcune città fra le più colpite sarà in vigore anche il coprifuoco notturno per ridurre al minimo le occasioni di incontro e gli assembramenti. 

In controtendenza il governatore di Jakarta Anies Baswedan, che vuole riaprire i cinema a breve per allentare lo stress fra la popolazione.