Tashkent, proibite le visite dei familiari a un musulmano prigioniero di coscienza

Khayrullo Turdiyevich Tursunov aveva chiesto alla sorella di andare a trovarlo “per l’ultima volta”. Tursunov sta scontando una condanna a 16 anni per aver partecipato ad incontri di preghiera e di lettura del Corano non autorizzati dallo Stato. In prigione si è ammalato di tubercolosi.


Tashkent (AsiaNews/Forum 18) – Un prigioniero di coscienza, il musulmano Khayrullo Turdiyevich Tursunov, 45 anni, è stato trasferito da una prigione a “regime speciale” a Korovulbazar, in una prigione a “stretto regime” a Navoiy, nel nord-ovest del Paese. Ma anche in questa prigione gli è proibito vedere i familiari, che vivono nel sud del Paese a Qarshi. La ragione ufficiale del divieto è l’epidemia di Covid-19.

Qarshi si trova a 250 km circa dalla città di Navoiy, ma a causa delle strade, è necessario un viaggio di oltre 4 ore per arrivarvi. I familiari di Tursonov si chiedono come mai le autorità lo hanno trasferito a una prigione così lontana, invece di metterlo in qualche prigione più vicina. La preoccupazione  dei familiari, riportata da Forum 18, è motivata da una telefonata ricevuta da loro, in cui Khayrullo chiedeva alla sorella Nigora di andare a trovarlo “forse per l’ultima volta”. Nigora Tursunova teme per la salute del fratello che nella prigione di Korovulbazar ha sviluppato una tubercolosi. Le autorità hanno assicurato che il prigioniero vive “in sicurezza ed è impegnato in lavori utili insieme ad altri”.

Khayrullo Tursunov è stato condannato nel giugno 2013 a 16 anni di prigione per aver partecipato a incontri privati di studio del Corano e preghiera con altri musulmani. Ma tali incontri non avevano il permesso statale. Tursunov era stato arrestato dopo essere stato estradato dal Kazakistan.