Nell'inchiesta su Assad inizia il dopo-Mehlis
di Youssef Hourany

Atteso "al più presto possibile" a Beirut Serge Bramertz, nuovo capo della Commissione Onu che indaga sull'assassinio di Hariri. Annan disponibile a collaborare per la creazione di un tribunale internazionale. Damasco ripete che Assad non può essere interrogato.


Beirut (AsiaNews) – Il ministro siriano dell'informazione Mahdi Dakhl-Allah ha confermato oggi che Damasco non consentirà alla Commissione di inchiesta dell'Onu che indaga sull'assassinio dell'ex premier libanese Rafic Hariri di incontrare Assad, proprio mentre a Beirut è atteso "al più presto possible" Serge Brammertz. E' colui che il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha nominato ieri capo della stessa Commissione dell'Onu, dopo le dimissioni del tedesco Detlev Mehlis.

Terrorismo, traffico di armi e diritti umani sono i campi nei quali si è specializzato Serge Brammertz. Nato ad Eupen, in Belgio, 43 anni fa, Brammertz, laureato in legge e criminologia in Belgio ed in Germania, è stato procuratore federale in Belgio dal 1997 al 2002, quando è entrato nel Tribunale penale internazionale dell'Aja. E' considerato uno specialista nell'organizzazione di indagini e nella cooperazione legale internazionale. Come procuratore aggiunto del Tribunale internazionale è stato impegnato, tra l'altro, nelle inchieste sulle atrocità in Congo, Darfur e Uganda. Già quando faceva parte dei tribunali del suo Paese si era occupato dei crimini di guerra in Rwanda e nella ex-Jugoslavia.

Non è stata la sola decisione di Annan che avrà conseguenze su Libano e Siria: il segretario delle Nazioni unite, secondo quanto dichiarato dal portavoce Stephane Dujarric, ha intenzione di inviare una missione nel Paese dei cedri per "conoscere la natura e le dimensioni dell'assistenza internazionale necessaria perché coloro che saranno incriminati possano essere giudicati da un tribunale internazionale". E insieme a Brammertz, Annan "cercherà – ha detto ancora il portavoce - il modo di allargare il mandato della Commissione di inchiesta, in modo da permetterle di aiutare le autorità libanesi nelle loro inchieste sugli attentati successivi all'ottobre 2004", cioè al ritiro della Siria.

L'istituzione di un tribunale internazionale per giudicare i responsabili dell'attentato che il 14 febbraio ha ucciso Hariri ed altre 20 persone e l'allargamento delle indagini agli assassini politici seguiti al ritiro della Siria dal Libano sono richieste che Beirut aveva avanzato formalmente.

La nomina del nuovo capo della Commissione internazionale di inchiesta giunge mentre continua la pressione internazionale sulla Siria, perché collabori con l'Onu. Francia e Stati Uniti, in particolare chiedono a Damasco di adeguarsi alle risoluzioni dell'Onu.

E mentre Mehlis, intervistato a Beirut dal quotidiano Asharq al-Awsat si è detto "perfettamente convinto" della responsabilità delle autorità siriane nell'assassinio di Hariri, nella stessa capitale libanese si parla di un probabile interrogatorio oggi a Vienna, di due ex responsabili siriani in Libano durante gli anni dell'occupazione siriana. Sono Roustom Ghazale e Samih Al Kaschaami, rispettivamente capo dei servizi segreti e responsabile del Monte-Libano, che si trovano da un paio di giorni in Austria.

Accanto ai timori per le mosse internazionali, ad aumentare la preoccupazione, in Siria, ci sono anche le notizie dell'influenza aviaria nella confinante Turchia. Il governo siriano sta prendendo rigide misure ed ha raddoppiato il controllo alle frontiere con la Turchia.