Sacerdote egiziano: voci di manifestazioni e arresti per minare l’immagine del Paese

Si parla di almeno 382 persone arrestate dal 20 settembre. Il magnate dissidente Mohamed Ali invoca nuove proteste a un anno dalle dimostrazioni del Cairo. P. Rafic: campagna di disinformazione. La pandemia di Covid-19 ha aumentato le difficoltà, il governo ha investito su industria ed edilizia.


Il Cairo (AsiaNews) - L’Egitto sta attraversando “una situazione generale di difficoltà” a causa della pandemia di nuovo coronavirus, che ha “colpito diversi settori, primo fra tutti quello del turismo che registra livelli molto bassi. Tuttavia, non si registrano significative proteste di piazza e non vi sono particolari strette”. È quanto riferisce ad AsiaNews p. Rafic Greiche, presidente del Comitato dei media del Consiglio delle Chiese d’Egitto, smentendo notizie rilanciate in questi giorni di manifestazioni nel Paese, represse con la forza da parte delle autorità. “In riferimento agli arresti - aggiunge - si tratta di fake news o voci non confermate” frutto di disinformazione che potrebbe essere legata anche a nazioni straniere “come la Turchia”, con cui è in atto uno scontro “su diversi fronti, dalla Libia al gas e greggio in Medio oriente”. 

Secondo alcuni gruppi attivisti, dal 20 settembre scorso almeno 382 persone sarebbero state arrestate nel contesto di piccole dimostrazioni di piazza o proteste contro il presidente Abdel Fattah al-Sisi. I provvedimenti sarebbero collegati a un rafforzamento delle misure di sicurezza, in concomitanza con il primo anniversario delle manifestazioni del settembre 2019 al Cairo, promosse dal magnate in esilio e attore Mohamed Ali.

Il magnate anche in queste ore starebbe alimentando la protesta contro il presidente e le autorità del Cairo, rilanciando video critici e invocando nuove dimostrazioni di piazza. In alcuni filmati, che circolano da giorni, si vedono piccoli gruppi intenti a protestare in diverse parti del Paese. Tuttavia, non vi sono conferme indipendenti di arresti e lo stesso ufficio del procuratore distrettuale non vi fa riferimento, annunciando invece il rilascio di 68 minori fermati di recente per la loro partecipazione a “rivolte e proteste”. 

Alla base del malcontento, cui il governo avrebbe risposto rafforzando anche la sicurezza e il controllo di alcuni luoghi strategici come piazza Tahrir simbolo delle manifestazioni in passato, vi sarebbero problemi economici e disoccupazione. Come nel resto del mondo, la pandemia di nuovo coronavirus ha acuito problemi preesistenti e aumentato il livello della disoccupazione, in particolare quella giovanile. 

“I Fratelli musulmani - racconta p. Rafic - usano i social per rilanciare manifestazioni, ma non vi sono conferme e smentisco le informazioni relative a una maggiore presenza di poliziotti al Cairo o in altre zone. Forse vi possono essere dei legami con l’arresto” a fine agosto del leader del braccio armato della Fratellanza e numero due Mahmoud Ezzat.

“Il movimento - aggiunge - vuole alimentare confusione e instabilità ma i cittadini ne hanno abbastanza e sono molto più interessati a problemi economici, sociali, alla pandemia di Covid-19”. In tema di coronavirus, commenta il sacerdote, “vi sono poco più di un centinaio di casi al giorno” e non è un dato allarmante “su una popolazione di oltre cento milioni di persone, sebbene molti non vadano nemmeno negli ospedali e cerchino di curarsi a casa”. 

A livello di sicurezza “la situazione è migliorata”, anche perché a causa della pandemia si sono ridotti gli attacchi e le violenze fondamentaliste. A livello economico le difficoltà maggiori “si registrano nel settore del turismo, per questo il governo ha deciso di rilanciare altri settori soprattutto quello dell’edilizia e dell’industria, in primis le esportazioni alimentari come arance, cocomeri venduti al mercato europeo”.