Emergenza Covid: Tokyo e Pechino riprendono i voli commerciali senza quarantena

La misura riguarda i viaggi d’affari di breve e media durata. I visitatori nei due Paesi non avranno l’obbligo della quarantena. Diverse nazioni asiatiche stanno allentando le restrizioni anti-coronavirus. Indicazioni contraddittorie dall’Oms.


Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Giappone e Cina sono pronti a ripristinare i voli per i viaggi d’affari, una misura per contrastare gli effetti negativi del Covid-19 e rilanciare i loro rapporti commerciali. Lo hanno rivelato oggi fonti del governo nipponico parlando con il South China Morning Post. 

La riapertura riguarderà solo le visite di breve e media durata. Secondo la bozza d’accordo, che dovrebbe essere concluso entro al fine di ottobre, i viaggiatori cinesi e giapponesi potranno entrare nei rispettivi Paesi senza dover osservare una quarantena di 14 giorni. Essi dovranno però consegnare l’itinerario di viaggio e dare prova di essere negativi al test per il coronavirus. L’obbligo di quarantena rimane in vigore per gli studenti in visita e per i residenti di lungo periodo.

Tokyo ha stipulato intese dello stesso tipo con Singapore, Corea del Sud e Vietnam. L’obiettivo del governo giapponese e di riavviare l’economia nazionale, colpita da mesi di lockdown e restrizioni per contenere la pandemia. Pechino ha interessi simili: il vicino nipponico è il suo terzo partner commerciale, con un interscambio nel 2019 pari a 280 miliardi di euro.

Diversi Paesi in Asia sono orientati a eliminare parte delle limitazioni anti-Covid. Le Filippine hanno ridotto l’orario di coprifuoco, l’Australia ha cancellato alcuni limiti agli assembramenti pubblici e l’India vuole riaprire tutte le attività economiche.

Tali allentamenti arrivano mentre l’Organizzazione mondiale della sanità, per bocca di Mike Ryan, massimo esperto Oms sulla crisi sanitaria in corso, suggerisce all’Europa di seguire l’esempio delle nazioni asiatiche e di perseverare con le misure di contrasto al coronavirus.

Quella di Ryan non è la prima indicazione contraddittoria dell’organizzazione. L’11 ottobre, David Nabarro, inviato speciale per la lotta al coronavirus dell’Oms, ha sostenuto che i lockdown non sono il modo migliore per sconfiggere la pandemia. Per mesi, l’organismo Onu aveva esaltato le draconiane restrizioni imposte dalla Cina sulla sua popolazione come il miglior modello per combattere il morbo. Per molti governi, l’Oms ha coperto le colpe di Pechino nelle prime fasi della pandemia; critiche molto pesanti vengono ancora rivolte al suo direttore generale,  Tedros Adhanom Ghebreyesus, definito “un pupazzo” della Cina per essersi sottomesso e aver approvato i suoi silenzi.