Bangkok: i manifestanti pro-democrazia chiedono a Berlino di indagare sul re

In migliaia si sono radunati davanti all’ambasciata tedesca. Accusano il sovrano di esercitare le sue prerogative dalla Baviera, dove trascorre la maggior parte del suo tempo. Autorità tedesche: Stiamo esaminando le attività del monarca thai; in caso di violazioni ci saranno immediate conseguenze.


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di dimostranti anti-governativi si sono radunati ieri sera davanti all’ambasciata tedesca chiedendo alle autorità di Berlino di indagare sulle attività in Germania del re Maha Vajiralongkorn. Il monarca, contestato insieme al premier Prayuth Chan-ocha dai giovani manifestanti pro-democrazia, trascorre la maggior parte del suo tempo in Germania.

L’iniziativa arriva mentre il Parlamento nazionale è riunito per in sessione speciale per affrontare la crisi, che da oltre tre mesi scuote il Paese. Il movimento di protesta vuole le dimissioni di Prayuth, il varo di una Costituzione democratica e di rivedere il ruolo del sovrano, ritenuto eccessivo in una monarchia costituzionale come quella thailandese.

I manifestanti – 5-10mila secondo resoconti di stampa – hanno sfidato i divieti della polizia e hanno consegnato una lettera ai diplomatici tedeschi. In essa domandano a Berlino di verificare se il monarca esercita le sue prerogative mentre si trova nella sua residenza in Baviera. I giovani dimostranti notano che Vajiralongkorn non può condurre attività politica in Germania, in quanto ciò rappresenterebbe una violazione della sovranità tedesca.

Da tempo Berlino ha acceso i riflettori sull’operato del re thailandese. Rispondendo alla richiesta dei gruppi anti-governativi thai, ieri il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha dichiarato che il suo governo sta esaminando la situazione e che eventuali comportamenti “illegali” da parte di Vajiralongkorn porteranno a “immediate conseguenze”.

Il movimento democratico ha lanciato una sfida senza precedenti alla monarchia. Oltre a rivedere il ruolo politico del re e la sua dotazione economica, i manifestanti chiedono che sia cancellato il reato di “lesa maestà”: il sovrano è una figura sacra in Thailandia, e le offese nei suoi confronti sono punite con il carcere fino a 15 anni.

Da luglio, anche per gli effetti negativi della pandemia di coronavirus, è cresciuta la pressione pubblica nei confronti del blocco di potere formato da monarchici e militari. Il primo bersaglio delle proteste è il primo ministro Prayuth, ex comandante in capo dell’esercito, salito al potere nel 2014 con un golpe. Egli guida dallo scorso anno un esecutivo civile, ma i suoi critici lo accusano di aver fatto approvare una Costituzione su misura e di aver truccato le elezioni che hanno decretato la fine formale della giunta militare.