Il Sud-est asiatico epicentro mondiale della deforestazione

Il rapporto 2020 “Living Planet Report” del Wwf mostra una situazione critica per la regione. Ogni anno viene perso l’1,2% delle foreste. Fra le cause la conversione di intere foreste in piantagioni utilizzate per la produzione estensiva olio di palma. La Cina epicentro globale del traffico di fauna selvatica.


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - L’attività umana ha causato un declino vertiginoso nella biodiversità naturale, minacciando di estinzione milioni di specie animali, di piante, di insetti per i decenni a venire. È quanto emerge dal rapporto biennale intitolato “Living Planet Report”, pubblicato in questi giorni dal Wwf (World Wide Fund for Nature) e che  riassume lo stato della fauna e della flora selvatiche nel mondo sulla base del monitoraggio degli esperti. Fra le aree più a rischio vi è il Sud-est asiatico, minacciato da una deforestazione a ritmo crescente che provoca la perdita irrimediabile di animali e piante in tutta la regione.

La perdita nell’ecosistema è dovuto a una serie di fattori fra i quali vi è l’inquinamento, seguito dalla crescente diffusione di specie invasive, caccia e pesca estensive e cambiamenti climatici, elementi sui quali ha insistito più volte lo stesso papa Francesco in tema di natura e creato. A questo si somma il traffico di specie selvatiche, diventato fonte di enormi profitti. La richiesta maggiore proviene dalla Cina, ormai epicentro del commercio di specie esotiche, sia per l’uso domestico come status symbol che per la preparazione di alimenti o medicamenti.

Secondo il rapporto del Wwf, le cause più importanti delle perdite di fauna selvatica negli ultimi decenni sono state la conversione di foreste, praterie e mangrovie in sistemi agricoli. Al contempo, va sottolineato lo sfruttamento selvaggio degli oceani. In riferimento all’Asia, le cause maggiori delle devastazioni e della perdita di animali sono “deforestazione e pesca eccessiva”.

Il Sud-est asiatico ospita quasi il 15% delle foreste tropicali del mondo ed è anche uno degli epicentri della deforestazione. Il 20 luglio scorso il sito web ambientalista Mongabay.com ha riferito che la deforestazione nella regione è stata di gran lunga sottostimata. Secondo la Nanyang Technological University di Singapore, già nel 2013 il sud-est asiatico ha registrato il più alto tasso di deforestazione di qualsiasi grande regione tropicale, perdendo ogni anno l’1,2% delle foreste, seguito da America Latina e Africa.

Al maggio 2019 l’area ospitava il 15% delle foreste tropicali di tutto il mondo, ma era al contempo uno dei punti caldi per quanto concerne la “perdita grave” di biodiversità. Fra le ragioni alla base del fenomeno vi era la conversione di intere foreste in piantagioni utilizzate per la produzione estensiva di olio di palma. Rapporti di enti indipendenti confermano che molti funzionari di Cambogia, Indonesia, Malaysia e Filippine “traggono profitto dalle loro posizioni dominanti” e la deforestazione è solo “l’ultima delle loro preoccupazioni”.