Investimenti Usa nelle Natuna: Jakarta vuole difendersi dalla Cina
di Mathias Hariyadi

Il governo indonesiano apre a Washington per proteggere i propri interessi territoriali, minacciati da Pechino. Cresce  il sostegno finanziario degli Usa nella nazione insulare. Jakarta non vuole però rompere con il gigante cinese.


Jakarta (AsiaNews) – L’Indonesia vuole proteggere il proprio interesse nazionale rispetto alla sovranità sulle isole Natuna, e non promuovere quello degli Stati Uniti nel loro conflitto geopolitico con la Cina. È quanto detto ad AsiaNews da Hikmahanto Juwana, esperto di diritto internazionale dell’università dell'Indonesia. Il 28 ottobre, durante una conferenza stampa congiunta con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, il ministro degli Esteri Retno Marsudi ha incoraggiato le imprese statunitensi a investire nelle Natuna, al centro di contese marittime con Pechino.

Fino a pochi mesi fa, i leader indonesiani hanno mantenuto un profilo basso sulle contese territoriali nel Mar Cinese meridionale. Solo il margine settentrionale del Paese è lambito dalle sue acque, in corrispondenza proprio delle isole Natuna. I cinesi non avanzano pretese su questo arcipelago di 272 isole, ma rivendicano il diritto di sfruttare le sue pescose acque, fatto che incontra la ferma opposizione di Jakarta.

Jakarta respinge le pretese territoriali della Cina sul Mar Cinese meridionale. In una nota ufficiale inviata alle Nazioni Uniti in maggio, il governo indonesiano ha riconosciuto la validità della sentenza della Corte internazionale di arbitrato dell’Aia, che nel 2016 ha definito “senza fondamento” le rivendicazioni cinesi su quasi il 90% di questo vasto specchio di acqua.

Con il sostegno di Washington, anche Filippine, Vietnam, Malaysia, Brunei e Taiwan contestano le rivendicazioni cinesi. Nel suo incontro con Pompeo, Marsudi ha ribadito che le dispute territoriali nella regione devono essere risolte in base alla Convenzione Onu sul diritto del mare, secondo le cui  regole le acque antistanti le Natuna rientrano nella zona economica esclusiva dell’Indonesia.

Nel 2019, lo stock di investimenti diretti esteri Usa in Indonesia ha raggiunto i 12,4 miliardi di dollari, un incremento del 18,7% rispetto all’anno precedente. Lo scorso mese, la statunitense Kimberley-Clark ha completato l’acquisizione dell’indonesiana Softex per un valore di 1,2 miliardi di dollari. Air Products, azienda con sede in Pennsylvania, ha annunciato a inizio anno un investimento di 2 miliardi di dollari per produrre metanolo a Bengalon (Kalimantan orientale).

“La US International Development Finance Corporation – ha sottolineato Pompeo – sta catalizzando investimenti nelle infrastrutture, nel digitale e nel settore energetico indonesiani”. Secondo il capo della diplomazia Usa, i finanziamenti statunitensi aiuteranno l’Indonesia a colmare  un gap infrastrutturale di 1.500 miliardi dollari.

Washington è il primo partner di Jakarta in ambito militare. Malgrado ciò, l’esecutivo indonesiano non intende schierarsi in modo aperto contro la Cina. Marsudi ha dichiarato che Stati Uniti e Indonesia condividono la visione di un’area indo-pacifica “libera e aperta”, dove sia rispettata libertà di navigazione e sorvolo. L’esecutivo indonesiano è però pronto a firmare il mese prossimo la Regional Comprehensive Economic Partnership, un accordo promosso da Pechino per la creazione di una grande zona di libero scambio nel Pacifico occidentale.