Changsha, diritti umani: appello contro l’arbitraria detenzione di tre attivisti

Per Chinese Human Rights Defenders, la loro unica colpa è quella di aver difeso in tribunale persone con gravi disabilità, sieropositivi e malati di Aids. Arrestati per crimini contro la sicurezza nazionale e processati per sovversione. Un organismo Onu ne ha chiesto la liberazione sei mesi fa.


Pechino (AsiaNews) – Attivisti per i diritti umani hanno chiesto alle autorità cinesi di scarcerare tre avvocati per i diritti umani arrestati lo scorso anno per aver aiutato cittadini emarginati di Changsha (Hunan) a esercitare i loro diritti. L’appello è stato lanciato il 10 novembre da Chinese Human Rights Defenders (Chrd).

Tramite la loro ong (Changsha Funeng), Cheng Yuan, Liu Dazhi  e Wu Gejianxiong fornivano assistenza legale a persone con gravi disabilità, sieropositivi e malati di Aids. Il 22 luglio del 2019 essi sono stati fermati con l’accusa di aver commesso crimini contro la sicurezza nazionale.

Il 10 settembre le famiglie hanno ricevuto una comunicazione che i tre attivisti erano stati processati tra il 31 agosto e il 4 settembre per “sovversione”. I familiari non hanno potuto assistere al processo e non hanno contatti diretti  con i tre detenuti da più di 15 mesi.

Chrd domanda il rilascio di Cheng, Liu e Wu sulla base delle leggi del Paese e di una raccomandazione del Gruppo di lavoro della Nazioni Unite sugli arresti arbitrari. Inviata al governo cinese sei mesi fa, essa chiede l’immediata liberazione dei tre attivisti, i quali dovranno essere compensati per l’ingiusta detenzione. Anche in considerazione dell’emergenza pandemia, e dell’alto pericolo di contagio nelle carceri, l’organizzazione umanitaria invita le autorità cinesi ad agire in fretta.