​Operai FTZ in sciopero: dopo il Covid-19 la perdita di stipendi e lavoro
di Melani Manel Perera

Lavoratori giovani e anziani, uomini e donne, sono ancora in sciopero silenzioso per il quarto giorno consecutivo, denunciando la perdita di salari e posti di lavoro. Il commissario del Dipartimento del lavoro ha detto che ai lavoratori deve essere versato l'intero stipendio senza alcuna detrazione. Ma non succederà presto.


Colombo (AsiaNews) - "Lavoratori della Free Trade Zone (FTZ) hanno sofferto di COVID-19 e ora stanno soffrendo per la perdita del posto di lavoro. Hanno perso lo stipendio dell'ultimo mese e ora hanno perso il lavoro. I dipendenti si stanno impegnando in una protesta silenziosa all'interno della fabbrica chiedendo i salari e i posti di lavoro persi". Circa 50 lavoratori della fabbrica che produce etichette nella zona di libero scambio di Katunayake sono al quarto giorno di protesta silenziosa all'interno della fabbrica. E oggi, quando sono andati a lavorare, metà del lavoro era stata assegnata a un'altra fabbrica.

Chiedono continuamente lo stipendio dell'ultimo mese. Ma "non abbiamo soldi né per pagare gli stipendi, né per fornire il cibo (pranzo), inoltre non possiamo dare lavoro qui, dato che ora non abbiamo soldi", ha detto ad Asia News una attivista per i diritti umani citando il responsabile delle risorse umane di quella fabbrica. I dirigenti della fabbrica hanno detto che non possono dare lo stipendio, ma solo 10mila rupie (circa 45 euro).

Secondo Chandra Devanarayana, attivista per i diritti umani e fondatrice dell'organizzazione Revolutionary Existence for Human Development (RED), in quella fabbrica quasi 300 dipendenti lavorano da oltre 15 anni. Ma in questo momento circa 50 di loro stanno affrontando questo problema di stipendio e lavoro. "Questa è una situazione molto dolorosa perché lavoratori giovani e anziani, uomini e donne, sono ancora in sciopero per il quarto giorno consecutivo, denunciando la perdita di salari e posti di lavoro. E hanno già subito le conseguenze del Covid-19”, ha detto ad AsiaNews Chandra Devanarayana.

L'attivista ha sottolineato che perdere lo stipendio o addirittura il lavoro è un'ingiustizia per coloro che hanno sofferto di coronavirus. Come sapevano i funzionari della fabbrica, tutti i dipendenti sono stati in auto-quarantena per un mese e anche in quel periodo hanno incontrato delle difficoltà. Poi dopo aver recentemente ripreso il lavoro non hanno ottenuto lo stipendio del mese di ottobre. "La data di scadenza per avere lo stipendio era il 10 novembre. Ma nemmeno il 13, il 14 l’hanno ricevuto. Quando i lavoratori hanno chiesto informazioni sul loro stipendio il 14 novembre, sono stati informati che potevano avere solo la metà dello stipendio. Ma i lavoratori non erano d'accordo con quella decisione della fabbrica e chiedevano l’intero stipendio. Ma non hanno ottenuto la risposta attesa. Pertanto, dal 15 hanno iniziato una protesta silenziosa stando alle loro macchine, ma senza lavorare”.

Chandra ha spiegato ad AsiaNews che "dopo due giorni di picchetto silenzioso, ieri i lavoratori sono stati informati che non c’erano i soldi per pagare nemmeno la metà dello stipendio e il pranzo. Inoltre il datore di lavoro avrebbe detto loro che rischiano di perdere il lavoro. Ma i lavoratori domani andranno di nuovo con le stessa richieste. Ho tentato di contattare alcuni funzionari in relazione a questa esigenza ma non ci sono riuscita. Non rinunceremo al nostro tentativo di ottenere questi diritti fondamentali dei lavoratori".

“Ci sono anche – ha aggiunto l'attivista - segnalazioni di varie discriminazioni, ritorsioni e licenziamenti di dipendenti della fabbrica durante la pandemia. È una situazione molto triste". Questa mattina Chandra Devanarayana, in qualità di attivista per i diritti che si occupa della questione dei lavoratori, ha avuto un incontro con il commissario del Dipartimento del lavoro a Colombo. Il Commissario ha detto che ai lavoratori deve essere versato l'intero stipendio senza alcuna detrazione. Ma non succederà presto.