Sale la tensione tra Canberra e Pechino

I cinesi impongono dazi fino al 212% sul vino australiano. Rapporti deteriorati dopo che l’Australia ha chiesto indagine internazionale sull’origine del Covid. Canberra condanna l’approccio “coercitivo” della Cina. Biden e la Ue invocano un’alleanza tra democrazie contro regimi come quello cinese.


Canberra (AsiaNews) – Sale la tensione tra Australia e Cina. Il ministero cinese del Commercio ha annunciato oggi che da domani saranno imposti dazi fino al 212% sul vino esportato dall’Australia. Le autorità cinesi sostengono che la misura è temporanea, ed è stata adottata per fermare i sussidi australiani al settore. Negli scorsi mesi, Pechino ha applicato tariffe commerciali all’export australiano di carbone, orzo, zucchero e aragoste.

Da tempo i rapporti tra i due Paesi si sono deteriorati. Canberra è preoccupata per il crescente attivismo militare della Cina nel Mar Cinese meridionale; il livello di scontro ha raggiunto livelli preoccupanti dopo che il governo australiano in aprile si è unito ad altri Paesi nel chiedere un’indagine internazionale sull’origine del Covid-19 e la gestione della pandemia da parte di Pechino.

In un discorso pronunciato il 25 novembre, Frances Adamson, ministro degli Esteri australiano, ha condannato l’approccio “coercitivo” di Pechino in ambito internazionale. Secondo ella, la Cina è sul punto di pensare di potersi muovere nell’agone mondiale secondo i propri termini, senza tenere conto delle reazioni degli altri Paesi.

La Adamson ha espresso concetti condivisi da Stati Uniti ed Europa. Il presidente eletto Usa Joe Biden ha invocato la creazione di un’alleanza globale delle democrazie per rispondere alla sfida lanciata da regimi come quello cinese. La Ue è sulla stessa lunghezza d’onda. Il 23 novembre, nel corso di una telefonata, il capo della diplomazia europea Josep Borrell ha informato il suo omologo cinese Wang Yi che l’Unione ha avviato un dialogo bilaterale sulla Cina con Washington.