Washington: la Cina è la più grande minaccia dalla Seconda guerra mondiale

Per il capo dell’intelligence Usa, il regime cinese è un pericolo per la democrazia e il mondo libero. Accuse ai cinesi di rubare segreti industriali alle compagnie statunitensi. Circa 1000 scienziati cinesi hanno abbandonato gli Stati Uniti dopo l’avvio di un’indagine sulle attività d’intelligence della Cina. Pechino: Washington distorce i fatti.


Washington (AsiaNews/Agenzie) – La Cina è oggi la più grande minaccia per gli Stati Uniti, e la più grande per la democrazia e il mondo libero dalla Seconda guerra mondiale. Lo scrive John Ratcliffe in un editoriale pubblicato ieri sul Wall Street Journal. Secondo il direttore della National Intelligence, l’ufficio che coordina le diverse agenzie di spionaggio Usa, Pechino “vuole dominare Washington e il resto del pianeta sul piano economico, militare e tecnologico”. Egli denuncia che le grandi iniziative pubbliche (un velato riferimento alle “nuove Vie della Seta” e le principali compagnie cinesi offrono solo coperture alle attività del Partito comunista cinese.

Per Ratcliffe, Pechino sta accrescendo la propria forza rubando segreti industriali agli Stati Uniti. L’obiettivo dei cinesi, a suo dire, è quello di rimpiazzare le imprese statunitensi  nei mercati internazionali.

Il capo dell’intelligence Usa cita i casi di spionaggio in cui è implicata la Cina. Il caso più eclatante è quello di Charles Lieber, un chimico dell’università di Harvard accusato di essere a libro paga del governo cinese per sottrarre informazioni sensibili. Il 2 dicembre un alto funzionario del dipartimento di Giustizia ha rivelato che 1000 scienziati cinesi hanno lasciato gli Stati Uniti poco dopo l’avvio di un’indagine sulle attività di spionaggio cinesi.

Ratcliffe calcola che i furti industriali di Pechino causano danni per 500 miliardi di dollari all’anno. Egli sottolinea che un ruolo importante in questo sforzo dei cinesi lo gioca Huawei. Secondo l’amministrazione Trump, il gigante tecnologico – e le altre aziende cinesi del settore – sfrutta i propri sistemi come le reti 5G per raccogliere intelligence a favore del proprio governo. Huawei è da tempo nel mirino di Washington. Dopo il lancio di “Clean Network”, la campagna Usa di boicottaggio del 5G cinese, molti Paesi prima interessati ai prodotti di Huawei hanno deciso di rivolgersi ad altri fornitori, soprattutto europei e giapponesi.

Sulla stessa linea di Ratcliffe è il capo di Stato maggiore della Difesa Usa. Il generale Mark Milley, chiede un maggiore uso militare della robotica e dell’intelligenza artificiale per rispondere agli sforzi di Pechino di “dominare” gli Stati Uniti. Agli attacchi dei due alti ufficiali, l’ambasciata cinese negli Stati Uniti risponde sostenendo che il governo Usa “distorce” i fatti per tentare di contenere l’ascesa cinese, dato che è Washington il vero “impero dello spionaggio e dell’hackeraggio”.