Guerra nel Pacifico: ‘Zona pericolosa. Pechino potrebbe agire’
di Emanuele Scimia

Secondo il noto esperto militare James R. Holmes, lo scoppio di un conflitto tra Usa e Cina è più probabile che mai. Problemi economici e demografici potrebbero spingere i cinesi a tentare operazioni contro Taiwan e nel Mar Cinese meridionale. Pechino punta a una guerra breve; gli Usa cercheranno di protrarla, come fatto con il Giappone nella Seconda guerra mondiale.


Hong Kong (AsiaNews) – “Siamo in una zona pericolosa. La Cina potrebbe arrivare alla conclusione che essa deve  muoversi ora o perdere l’occasione per sempre”. È quanto dice ad AsiaNews James R. Holmes, docente di strategia marittima allo US Naval War College di Newport, sulla possibilità di un conflitto militare tra Washington e Pechino.

Cina e Stati Uniti, ma non solo, stanno schierando più forze, spendendo di più in armamenti e intensificando le esercitazioni militari nell’Indo-Pacifico. Nei giorni scorsi una portaerei cinese – con la sua squadra di scorta – e un cacciatorpediniere Usa sono passati attraverso lo Stretto di Taiwan, considerato insieme al Mar Cinese meridionale il fronte geopolitico più sensibile dell’area.

Una guerra nel Pacifico tra Stati Uniti e Cina – sostiene Holmes – è più probabile che mai, e per ragioni che possono apparire contraddittorie.  “La politica cinese – egli nota – trasuda allo stesso tempo baldanza e senso di insicurezza. Se da un lato Pechino si sente forte dopo i successi economici e militari degli ultimi decenni, dall’altro deve capire che a causa delle sue intimidazioni si sta mettendo contro [i Paesi] della regione”.

L’accademico statunitense ha l’impressione che le cose non stanno andando bene in Cina: “La demografia non gioca a favore del regime; stabilire uno Stato di polizia orwelliano e schiacciare i diritti delle minoranze non sono segni di un regime che ha fiducia nel proprio futuro”.

Consapevole delle proprie debolezze, è possibile che la Cina ritenga quello attuale il suo “momento militare”, afferma Holmes: forse un’opportunità passeggera. La leadership comunista si sente ora forte, ma teme che il trend futuro sia sfavorevole: “Se ti aspetti che nel giro di un anno le cose per te peggioreranno, la tentazione è di agire ora che la situazione ti favorisce”.

Un possibile scenario di guerra potrebbe vedere la Cina tentare di riconquistare con la forza Taiwan (una provincia ribelle per i cinesi), o estendere il proprio controllo su altre isole e isolette del Mar Cinese meridionale. Holmes pensa che Pechino cercherà di abbreviare il più possibile lo scontro, chiudendo la questione prima che gli Usa e i suoi alleati possano intervenire. Per i cinesi questa è “l’opzione più limpida, semplice e meno rischiosa”. Al contrario, egli spiega che gli Stati Uniti vorrebbero protrarre un eventuale conflitto, non necessariamente per anni, ma abbastanza per permettergli di sconfiggere l’avversario o respingere l’aggressione.

Secondo l’esperto navale, quella che potrebbe presentarsi è una parziale ripetizione di quanto accaduto durante la Seconda guerra mondiale. Allora il Giappone sapeva di non poter vincere un conflitto di lunga durata. Gli Usa hanno prolungato invece il confronto bellico in modo da accumulare una potenza militare capace di annullare le conquiste territoriali nipponiche.