Nessuna traccia di riforme nel nuovo piano economico di Pyongyang

Il Parlamento ha ratificato le decisioni assunte da Kim Jong-un durante l’ultimo congresso del Partito dei lavoratori. Autosufficienza per limitare gli effetti della pandemia e delle sanzioni internazionali. Puniti i ministri considerati responsabili degli ultimi fallimenti economici.


Seoul (AsiaNews) – Il Parlamento nordcoreano ha approvato nel weekend il nuovo piano economico quinquennale. Lo hanno annunciato oggi i media statali. L’organo legislativo ha un potere di facciata: esso ha ratificato le decisioni assunte dal leader Kim Jong-un durante un raro congresso del Partito dei lavoratori, al potere dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Il congresso si è chiuso il 12 gennaio dopo otto giorni di lavori. Oltre all’incremento delle capacità militari del Paese, Kim ha esortato i nordcoreani a condurre una “disperata” lotta per  attuare la nuova strategia economica. All’apertura egli ha ammesso che l’ultimo piano si è rivelato un fallimento. Per far uscire la nazione dallo stato di crisi, l’uomo forte di Pyongyang punta sull’autosufficienza. Egli vuole limitare gli effetti della pandemia da Covid-19 e delle sanzioni internazionali sponsorizzate dagli Usa.

La Corea del Nord è isolata dalla comunità internazionale (tranne che dalla Cina e in parte dalla Russia), sottoposta da anni a restrizioni per il suo programma atomico e missilistico. Malgrado i tre vertici e gli apparenti buoni rapporti con Donald Trump, i negoziati con Washington sul nucleare sono in stallo da tempo. Il Paese si trova in una situazione molto difficile. L’emergenza coronavirus e una serie di tifoni estivi hanno indebolito un’economia già devastata dalle sanzioni.

Kim ha dichiarato di voler innovare settori come costruzioni, trasporti e comunicazioni, con un’attenzione particolare alla telefonia mobile. Egli scommette anche sullo sviluppo di un’industria nazionale dell’energia nucleare.

Annunci a parte, secondo il sito web specialistico 38 North non vi è alcuna traccia di un impegno del regime per le riforme economiche. Rimane il classico approccio socialista, con lo Stato che prevale sul mercato e la politica sull’economia. A conferma di ciò, Pyongyang sembra voler continuare a privilegiare i “vecchi” settori, come l’industria pesante e quella chimica.

Gli unici veri cambiamenti sono quelli ai vertici del governo. Sei vice premier responsabili della politica economica sono stati sostituiti. Rivolgendosi al Parlamento, il primo ministro Kim Tok Hun ha precisato che le rimozioni sono dovute ai “seri errori” commessi da chi doveva mettere in atto l’ultimo piano quinquennale.