Biškek, nasce un partito religioso, ma ‘non islamico’
di Vladimir Rozanskij

Lo ha fondato in questi giorni Myktybek Arstanbek, giornalista, candidato sconfitto alle elezioni presidenziali. Pur essendo musulmano, dice di non essere rappresentante di alcun religione. Il nuovo partito appoggia il neo-presidente Sadyr Žaparov.


Mosca (AsiaNews) - Le elezioni del 10 gennaio hanno consacrato Sadyr Žaparov al potere in Kirghizistan. Uno dei candidati sconfitti ha annunciato di aver fondato un nuovo partito, il Nur, che intende “applicare i principi religiosi”. Myktybek Arstanbek, 56 anni (foto 1), alle elezioni ha occupato il quarto posto tra i pretendenti con circa l’1,69% dei voti (circa 25mila elettori), e ha dichiarato la sua disponibilità a collaborare con il presidente Žaparov.

L’annuncio del nuovo partito è stato dato in una conferenza stampa (foto 2) poco dopo il risultato elettorale, il 14 gennaio, e da vari interventi di Arstanbek negli ultimi giorni. Secondo il fondatore “noi non diciamo che il nostro partito si basa sulla religione, perché esso si fonda sui principi della democrazia, ma vogliamo rendere efficaci i valori religiosi. Il nostro popolo è religioso, e forse i partiti al potere non sono riusciti a trovare finora la strada giusta, proprio perché non tenevano conto dei valori religiosi e tradizionali. Porteremo al dibattito della società intera le norme della sharia, e vedremo che cosa si ottiene”.

Arstanbek ha assicurato i giornalisti di non essere un rappresentante ufficiale di alcuna religione, pur essendo un fedele musulmano, e che il partito da lui formato intende comunque agire all’interno della legislazione vigente.

Il fondatore di Nur è un giornalista noto per le sue convinzioni religiose. Nella recente campagna presidenziale ha invitato i musulmani del Paese ad appoggiare la sua candidatura. In uno dei suoi interventi, egli affermava: “Io sono figlio di un popolo musulmano, e non vorrei che il mio popolo, presentandosi davanti al Creatore, dicesse: o Allah, io avrei voluto scegliere la tua religione e le avrei dato il mio voto, ma non c’era nessuno per cui votare… per questo mi sono presentato, è la mia missione”.

Secondo Arstanbek, queste erano le elezioni giuste per avanzare questi intendimenti, non essendoci stata nessuna preclusione e nessun imbroglio durante le procedure di voto, a differenza di tante precedenti occasioni. Per la sua candidatura non sono stati necessari ingenti finanziamenti: sono bastati circa 10mila euro. La sua proposta ha suscitato qualche reazione preoccupata. Il teologo Nurlan Ismailov, giurista e membro dell’assemblea costituente ha dichiarato: “Usare la religione in politica è una pratica sbagliata, a cui dovrebbero fare attenzione gli organi di sicurezza. Forse era il caso di impedire la sua candidatura”. Tale opinione è condivisa anche da Orozbek Moldaliev, ex-presidente della commissione statale per le questioni religiose, che ha espresso la sua preoccupazione per l’uso crescente della retorica religiosa tra i politici kirghisi.

La nuova commissione per le religioni, formata dopo le elezioni, ha però accettato il nuovo partito e ha espresso la fiducia che Arstanbek e i suoi sostenitori rispetteranno le norme democratiche, come affermato nello statuto del partito approvato dal ministero della giustizia. La sintonia di Nur con il presidente Žaparov forse indica che il neo-eletto capo di stato vede con favore l’appoggio dei settori più religiosi della popolazione.