La chat vocale Clubhouse sfida la censura di Pechino

Dibattuti in modo libero temi tabù come Taiwan, Hong Kong e Xinjiang. L’app è accessibile solo su invito e tramite account stranieri. Presto finirà nel mirino delle autorità. Non si ferma la repressione: arrestata la fidanzata di Xu Zhiyong, leader del Movimento dei nuovi cittadini.


Pechino (AsiaNews) – Cresce in Cina la popolarità di Clubhouse, social network su invito che permette ai netizen cinesi di discutere di temi ritenuti tabù dal regime, come l’indipendenza di Taiwan, le proteste dei democratici a Hong Kong e la repressione dei musulmani uiguri nello Xinjiang.

Lanciata lo scorso anno negli Usa da due guru hi-tech della Silicon Valley, Clubhouse è una chat in cui gli utenti possono scambiarsi messaggi vocali con un alto livello di privacy. Alle sue discussioni (“camere”) vi si può accedere solo dopo aver ricevuto un codice di invito: all’inizio tali codici erano stati messi a disposizione solo di celebrità statunitensi dello spettacolo; la partecipazione si è poi allargata a un pubblico meno “elitario”.

Grazie al recente ingresso di Elon Musk, il magnate ideatore delle macchine elettriche Tesla, l’applicazione ha  ricevuto un boom di richieste. In Cina essa non è scaricabile da Apple Store, a meno di non usare un account straniero: il prezzo dei codici di invito è arrivato fino a circa 330 yuan (42 euro).

Analisti che vi hanno accesso osservano che le discussioni su Clubhouse sono molto libere e meno conflittuali che in altri social più popolari. Ciò sarebbe dovuto al fatto che i suoi utenti hanno un grado di educazione superiore rispetto alla media del vasto pubblico cinese.

Secondo gli esperti, il crescente successo in Cina di Clubhouse ne determinerà anche la fine, dato che le maglie della censura di Stato si attiveranno presto nei suoi confronti. È infatti inconcepibile che il Partito comunista cinese lasci spazio a questo forum di dibattito, mentre Facebook, Twitter e Google sono vietati. Una delle questioni più dibattute nelle stanze dell’app è proprio quando essa sarà bandita da Pechino.

Nell’ultimo anno, in coincidenza con la pandemia da coronavirus, il governo ha intensificato la repressione del dissenso. L’ultimo atto di prevaricazione si è avuto ieri, quando le autorità hanno arrestato Li Qiaochu, la fidanzata dell’attivista per i diritti umani Xu Zhiyong. Imprigionato un anno fa con l’accusa di “incitamento alla sovversione”, il leader del Movimento dei nuovi cittadini ora rischia 11 anni di carcere per “sovversione contro il potere dello Stato”.

Amici e conoscenti intervistati da Apple Daily sono convinti che Li è stata fermata per aver reso pubbliche le torture subite in carcere da alcuni prigionieri politici. Dopo l’arresto, il suo compagno Xu ha denunciato ad esempio che le autorità carcerarie lo hanno privato del sonno per 10 giorni.