Papa: promuovere una cultura dell’incontro per perseguire il bene comune universale

A una delegazione dell’Istituto per gli Studi europei di Stoccolma: “Attualmente un tale approccio integrato alla difesa e alla promozione dei diritti di tutti spetta ai leader politici e religiosi, perché è proprio una cultura dell’incontro che può fornire la base per un mondo più unito e riconciliato”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Spetta ai leader politici e religiosi promuovere una cultura nella quale “le menti e i cuori devono essere in armonia nel perseguire il bene comune universale” e “cercare lo sviluppo integrale di ogni persona, senza eccezioni o ingiuste discriminazioni”. La promozione della cultura dell’incontro che “può fornire la base per un mondo più unito e riconciliato” è stata al centro del saluto rivolto stamattina da papa Francesco alla delegazione dell’Istituto per gli Studi europei di Stoccolma, guidata dal card. Anders Arborelius, O.C.D., vescovo di Stockholm.

“La persistente crisi sanitaria globale – afferma Francesco - ha dolorosamente evidenziato l’urgente necessità di promuovere una cultura dell’incontro per l’intera umanità, affinché cresca tra gli uomini e le donne del nostro tempo il desiderio di incontrare gli altri, di cercare punti di contatto, di costruire ponti, di elaborare progetti che includano tutti (cfr Enc. Fratelli tutti, 216). In tale contesto accolgo con particolare favore la ricerca di risposte alle opportunità e alle sfide che questa prospettiva pone alle religioni del mondo. Come accademici e diplomatici di vari Paesi, – aggiunge - voi e i vostri colleghi svolgete un ruolo importante nel promuovere tale cultura. Per sua natura, il vostro contributo chiede di fondarsi sia su un’analisi organica, sia su un orientamento alle applicazioni e ai risultati pratici e relazionali, con particolare attenzione ai diritti dei più poveri ed emarginati”.

“Attualmente - prosegue - un tale approccio integrato alla difesa e alla promozione dei diritti di tutti spetta ai leader politici e religiosi, perché è proprio una cultura dell’incontro che può fornire la base per un mondo più unito e riconciliato. Solo questa cultura, inoltre, può portare a una giustizia sostenibile e alla pace per tutti, così come a un’autentica cura per la nostra casa comune”.

“Mentre l’umanità continua ad affrontare le incertezze e le sfide del presente –conclude - vi incoraggio a rimanere impegnati nella ricerca di strade nuove e creative, che portino alla crescita di questa cultura dell’incontro, a vantaggio anche della concordia e del benessere delle generazioni future”.