Manila, decreto di espulsione per un missionario olandese

Otto Rudolf De Vries assiste dal 1991 i lavoratori della capitale. Deve lasciare il Paese entro 30 giorni. È accusato di aver partecipato a “proteste organizzate da gruppi terroristi”. Il provvedimento si lega alla contestata legge antiterrorismo voluta da Duterte


Manila (AsiaNews) – Il governo filippino ha cancellato lo status di residente permanente a un missionario laico olandese, intimandogli di lasciare il Paese entro 30 giorni. A essere colpito dal decreto è Otto Rudolf De Vries, un laico di 62 anni della diocesi di Rotterdam che dal 1991 opera al servizio della prelatura di Infanta (provincia centrale di Quezon), occupandosi soprattutto della difesa dei diritti dei lavoratori. L'accusa rivolta a De Vries è quella di aver preso parte ad “attività politiche illegali”, in particolare alcune manifestazioni promosse dall'Ecumenical Institute for Labor Education and Research (Eiler) e dal centro Kilusang Mayo Uno (“Movimento Primo maggio”), due realtà che il provvedimento di espulsione etichetta come “fiancheggiatrici della guerriglia comunista”.

Il missionario olandese ha spiegato di non aver ricevuto alcuna notifica del decreto, ma di aver appreso della sua esistenza solo all'inizio di questo mese, recandosi come ogni anno a richiedere il rinnovo del proprio visto. La revoca della residenza permanente porta la data del 27 novembre scorso ma fa riferimento a un rapporto dei servizi di intelligence che risale a quasi un anno prima. “Non ho avuto la possibilità di contestare queste accuse infondate”, protesta De Vries che da 20 anni vive tra i poveri a Pasig, nell'estrema periferia di Manila. Il missionario laico collabora stabilmente con l'Eiler, organismo da 40 anni impegnato nella lotta allo sfruttamento del lavoro nelle Filippine, con un'attenzione particolare anche a quello minorile.

Un invito al governo a “riconsiderare la decisione” è stato rivolto da padre Eric Adoviso, responsabile della pastorale del lavoro dell'arcidiocesi di Manila, che ha riconosciuto “il grande contributo” offerto da De Vries nella comprensione delle condizioni in cui si trovano a operare tanti lavoratori. Fonti di AsiaNews a Manila invitano a leggere la vicenda nel clima generale di sospetto verso gli attivisti sociali creato dalla controversa legge antiterrorismo fatta approvare nei mesi scorsi dal presidente Rodrigo Duterte. Un provvedimento che oggi rende più facile rivolgere accuse di terrorismo a qualsiasi voce scomoda.

Va ricordato inoltre il precedente di suor Patricia Fox, missionaria australiana superiora delle Religiose di Nostra Signora di Sion, costretta anche lei a lasciare le Filippine alla fine del 2018 dopo 27 anni nel Paese. L'accusa avanzata allora contro di lei - aver partecipato a manifestazioni a sostegno dei diritti dei contadini e delle popolazioni tribali a MIndanao - è molto simile a quella rivolta oggi a De Vries.