Katuwapitiya, card. Ranjith e fedeli in piazza: verità sulle stragi di Pasqua
di Melani Manel Perera

I cattolici hanno protestato contro ritardi e occultamenti nell’inchiesta, oltre ai mancati risarcimenti. Leader della protesta (silenziosa): centinaia di persone hanno sacrificato la loro vita, uccise “in modo premeditato”. Il porporato: “Non chineremo il capo” fino a che non sarà fatta giustizia.


Colombo (AsiaNews) - I fedeli della parrocchia di Katuwapitiya, sostenuti dall’arcivescovo di Colombo card. Malcolm Ranjith, dall’ausiliare mons. Anthony Jayakody e da diversi sacerdoti, hanno promosso una manifestazione di protesta contro i continui ritardi nell’inchiesta sugli attentati di Pasqua 2019. La comunità cattolica condanna la mancanza di chiarezza da parte del governo, che non ha ancora diffuso i risultati della commissione presidenziale e riconosciuto i risarcimenti alle vittime. 

Durante la manifestazione, tenuta il 20 febbraio, le famiglie colpite dalla tragedia hanno contestato la nomina (di parte governativa) del comitato chiamato a riesaminare il rapporto stilato dalla Commissione presidenziale. Uno studio i cui contenuti restano ignoti a una comunità che chiede con crescente vigore verità a giustizia a oltre un anno e 10 mesi dalle violenze. 

All’insegna degli slogan “mostrate i veri contenuti del rapporto” o “fate i nomi dei colpevoli”, i fedeli hanno promosso una marcia silenziosa, ma non meno rabbiosa, sventolando cartelli in inglese e singalese in cui dicono “Basta ai comitati!”, “Non siamo disposti ad aspettare oltre!” e “Ne abbiamo abbastanza!”. Parlando ad AsiaNews, la 46enne K. Chandrani Fernando, che ha perso il marito negli attentati, si domanda “che problemi ha il governo nel non poter raccontare la verità emersa tramite il lavoro della Commissione presidenziale. A cosa serve un nuovo panel per studiare di nuovo il rapporto?”. 

La donna era andata alla messa di Pasqua assieme al marito e alla figlia, per assistere alla funzione e non per sacrificare le loro vite. E come loro, tutti gli altri fedeli che si erano riuniti per la celebrazione. "Ma centinaia di innocenti - sottolinea Chandrani - hanno perso la loro vita a causa di un attentatore privo di qualsiasi umanità”. La nostra gente, prosegue, “non è solo morta” ma è stata “uccisa in modo premeditato” perché “persone all’interno del governo sapevano in precedenza dell’attacco, ma cosa hanno fatto per impedirlo? Questo è un vero e proprio crimine”. 

“A nome di tutte le nostre vittime - afferma Chandrani - invito il governo ad adottare le misure necessarie per garantire un ristoro mensile alle persone bisognose. Stanziando solo un milione di rupie [4.260 euro] il governo non ha dato alcuna importanza al fatto che le persone colpite fossero morte o sopravvissute” a un crimine disumano. Infine, Chandrani ha voluto rivolgere un ringraziamento particolare al card. Ranjith per aver sostenuto in tutto questo tempo la battaglia per la giustizia delle vittime e dei loro familiari, aiutandole con il sostegno e con le opere, oltre a fornire loro un riparo assieme alla Cine-Star Foundation. 

Intervenuto alla manifestazione di protesta, il porporato ha tenuto anche un breve discorso in cui si è rivolto alle autorità: “Pubblicate il rapporto” ha detto e “decideremo cosa farne. Non accettiamo un altro comitato governativo”. Dobbiamo sapere, ha proseguito arringando i presenti, “chi ha pianificato e sferrato gli attacchi bomba. Il presidente ha promesso di fare giustizia”. “Non chineremo il capo - ha concluso il cardinale - davanti ai leader senza ottenere giustizia, ma continueremo a lottare per i nostri diritti. Fateci sapere tutte le proposte fatte da questa commissione e poi agite per attuare quelle proposte”. 

Il comitato governativo, nominato dal presidente Rajapaksa il 19 febbraio, guidato dal ministro per la Sicurezza nazionale Chamal Rajapaksa, dovrà presentare la propria relazione entro il 15 marzo.