Madhya Pradesh: libera la suora accusata di aver violato la legge anti-conversione
di Nirmala Carvalho

Suor Baghya aveva presentato un esposto contro la donna che l'ha accusata. La religiosa dovrà collaborare con le indagini. Presidente del Global Council of Indian Christians: "Queste leggi sono fatte apposta dai fondamentalisti indù per poter strumentalizzare qualsiasi situazione".


Mumbai (AsiaNews) - L'Alta corte del Madhya Pradesh ha concesso la libertà su cauzione alla direttrice di una scuola missionaria, indagata il 22 febbraio con l'accusa di violenza piscologica contro un'insegnante nel tentativo di forzarla a convertirsi. La pronuncia è arrivata il 16 marzo. Su suor Baghya, religiosa delle Sorelle degli indigenti (Sisters of the Destitute), pendeva un ordine di arresto per presunta violazione della versione locale delle leggi anti-conversione.

“Suor Bhagya - ha dichiarato il giudice Atul Sreedharan - ha sostenuto che l'accusa è falsa ed è stata presentata solo per la frustrazione dell'insegnante Ruby Singh, in seguito alla sospensione del suo servizio presso la scuola. La direttrice aveva già inviato il 17 febbraio al magistrato distrettuale un esposto in cui spiegava che l'insegnante era stata sospesa per lo scarso rendimento e la mancanza di documenti e che la donna minacciava di auto-immolarsi se non fosse stata reintegrata. Il 20 febbraio, poi, la stessa lettera era stata inviata anche alla stazione di polizia di Khajuraho. La denuncia contro la suora è stata presentata il 22 febbraio. Appare chiaro che Ruby Singh ha falsamente attributo a suor Baghya le accuse di forzata conversione nei confronti suoi e della sua famiglia”.

La corte di Jabalpur ha chiesto all'accusata di collaborare con la polizia nelle indagini e le ha garantito la libertà dietro il pagamento di una cauzione di 10mila rupie (circa 140 dollari). Il caso è stato aggiornato al 7 aprile.

Ruby Singh aveva presentato la sua denuncia alla stazione di polizia alla presenza dei leader del Vishwa Hindu Parshad, organizzazione nazionalista indù, sostenendo di appartenere a una famiglia di classe medio-bassa e di aver ricevuto pressioni da parte di suor Baghya affinché si convertisse. Ha anche sostenuto che la direttrice abbia utilizzato parole poco dignitose per la sua religione e che - dopo aver rifiutato di cambiare fede - il pagamento del suo salario sia stato interrotto prima del licenziamento.

“La Madhya Pradesh Freedom of Religion Ordinance - spiega ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) - è stata introdotta in gennaio e trasformata in legge l'8 marzo. Su 23 casi finora registrati più del 60% hanno visto dei cristiani come accusati. Si tratta solo di un modo per perseguitare e arrestare la minuscola comunità cristiana con accuse false di conversioni. La sua formulazione è ampia e vaga: qualsiasi cosa può essere interpretata come 'adescamento o pressione' a convertirsi. L'apostolato educativo, quello sanitario, le iniziative sociali della Chiesa cattolica, tutto può essere strumentalizzato e distorto da una legislazione anti-conversione utilizzata come uno strumento politico dai nazionalisti religiosi”.