Da domani inizia l’Anno speciale sulla famiglia, voluto dal papa

L’Anno è dedicato a san Giuseppe, “sposo e padre”. La pandemia ha mostrato la fragilità di molte famiglie, ma anche la loro forza. La pastorale deve abbracciare le molte nuove situazioni: famiglie in crisi, persone sole, famiglie povere, disgregate. È urgente “condurre i bambini e i giovani nella scoperta della bellezza” della vocazione matrimoniale. Superare l’abbandono della fede da parte dei giovani e la solitudine degli adulti davanti alle sfide educative.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Da domani, solennità di san Giuseppe, inizia un Anno speciale sulla famiglia, nel quinto anniversario dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Già annunciato da papa Francesco, quest’oggi vi è stato l’annuncio ufficiale una conferenza stampa in Vaticano da parte del card. Kevin J. Farrell, Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

Il porporato ha spiegato che è stato proprio Francesco a dedicare questo anno a san Giuseppe, “sposo e padre, tanto amato da essere stato scelto da Dio per accudire la Santa Famiglia”. Il motivo che spinge a questo anno, è anche la ripresa del documento Amoris Laetitia , “frutto di un lungo cammino sinodale”. Ciò è tanto più importante perché l’attuale periodo di pandemia colpisce “duramente sotto tanti aspetti” la vita familiare, pur manifestando “il suo volto di ‘custode della vita’” proprio nei problemi attuali.

L’anno dovrebbe tendere a rinnovare la pastorale delle famiglie, segnate da molte difficoltà: “pensiamo all’accompagnamento delle coppie e delle famiglie in crisi, al sostegno a chi è rimasto solo, alle famiglie povere, disgregate. Tante famiglie vanno aiutate a scoprire nelle sofferenze della vita il luogo della presenza di Cristo e del suo amore misericordioso”.

Allo stesso tempo, occorre che le famiglie diventino “soggetto” della pastorale. “Le famiglie – ha sottolineato il cardinale - sono piene di potenzialità e di doni per l’intera società e per la Chiesa e perciò vanno riconosciute e coinvolte attivamente come protagoniste della pastorale ordinaria delle parrocchie e delle diocesi”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche la prof.ssa Gabriella Gambino, Sottosegretario del Dicastero, che nel suo intervento ha messo in luce l’urgenza di “rinvigorire la bellezza del sacramento del matrimonio e delle famiglie cristiane”, soprattutto fra i giovani e i bambini. Nella nostra epoca “in cui la fragilità è così diffusa – ha detto - c’è un grande desiderio di famiglia, ma tanto timore di fronte alla scelta del matrimonio”. Per questo occorre “ripartire dai fondamenti della fede per condurre i bambini e i giovani nella scoperta della bellezza di una vocazione: il matrimonio”.

Gambino ha proposto un metodo immediato: una pastorale “trasversale”, non a “compartimenti stagni” perché vi sia comunanza nella condivisione della fede fra genitori, figli, nonni. Ciò potrebbe ovviare all’abbandono del cammino di fede da parte dei figli e alla solitudine degli adulti di fronte alle sfide educative che si presentano con il crescere della famiglia.

Sono da ripensare gli orari e i metodi della pastorale, oggi che molte famiglie “vivono in grandi città e che devono tenere insieme gli impegni lavorativi dei coniugi e gli impegni scolastici ed extrascolastici dei figli”.

Per Gambino, un aiuto a vivere questo anno con intensità saranno i video mensili sull’esortazione apostolica, prodotti dal Dicastero, che comprendono un intervento del papa e alcune testimonianze vissute su aspetti dell’Amoris Laetitia.

“Oggi – ha concluso - viviamo un’emergenza vocazionale, non solo alla vita religiosa, ma anche al matrimonio, poiché lo abbiamo detto: scegliere il matrimonio non è come scegliere un lavoro: è una vocazione. Quest’anno, più che mai, siamo chiamati tutti a darci da fare per rinvigorire l’istituzione familiare, non solo nella Chiesa, ma anche nella società”.

Infine vi è stata la testimonianza di una coppia, Valentina e Leonardo Nepi, che hanno parlato della loro esperienza di maturazione della vocazione matrimoniale e della loro esperienza attuale come genitori di una figlia di cinque anni, Ilaria. Entrambi hanno sottolineato che “quando eravamo adolescenti, è stato importante vedere giovani coppie di fidanzati e di sposi dedicare il loro tempo in maniera gratuita a noi ragazzi, animati da un forte senso di comunità cristiana”.

Anche per loro, è urgente che il messaggio sulla vita matrimoniale come vocazione giunga ai giovani: “I semi di questo annuncio vengono infatti gettati già nell’età giovanile ed è importante che pastorale familiare e giovanile siano strettamente connesse”.