Iraq, strada in salita per la formazione del governo Jaafari

Preoccupazione e disappunto di sciiti moderati, sunniti, curdi e laici per la decisione dell'Alleanza Unita irachena di confermare l'uscente premier a capo del nuovo governo.


Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – La scelta da parte del blocco sciita di Ibrahim Jaafari come primo ministro iracheno è vista da molti come un importante passo verso il nuovo governo, ma la sua nomina potrebbe provocare difficoltà nei negoziati tra sciiti, curdi e sunniti. Nelle votazioni all'interno dell'Alleanza irachena unita (Uia) Jaafari ha ottenuto ieri 64 preferenze, una sola in più del suo rivale, il pragmatico vice presidente Adel Abdul Mahdi, che ne ha ottenute 63.

Provvidenziale è stata una scheda lasciata in bianco. Secondo alcuni, a favore del premier uscente ha giocato il sostegno del leader radicale sciita Moqtada Sadr, che ha sempre osteggiato Mahdi, sostenuto invece dal Supremo consiglio per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri).

La candidatura ufficiale di fatto rende Jaafari, leader del partito Dawa, certo di essere alla guida anche del prossimo esecutivo. In base ai risultati definitivi delle elezioni del 15 dicembre, infatti, l'Alleanza - formata da 16 gruppi sciiti - non riuscirà a formare da sola il governo, ma avrà comunque in parlamento il gruppo maggioritario, con 128 seggi su 275.

Jaafari ha già promesso ieri di lavorare con tutti i gruppi iracheni per formare un governo che servirà "i grandi interessi dell'Iraq". Ma la strada verso la formazione del primo governo del dopo Saddam con  pieni poteri e legittimità non si prospetta semplice.

Molti sunniti condannano Jaafari per le torture e le uccisioni degli "insorti" condotte dai servizi di sicurezza guidati dagli sciiti; l'Iraq laico e gli Usa vedono con preoccupazione le sue intenzioni di potenziare la legge islamica nel Paese; per numerosi iracheni medi è l'incarnazione della crisi economica e della mancanza di sicurezza; ieri il presidente iracheno Jalal Talabani ha avvertito che la Coalizione curda non sosterrà un governo guidato da Jaafari se non verrà dato spazio nel Gabinetto alla Lista irachena nazionale dell'ex premier sciita, Iyad Allawi, laico appoggiato dagli Stati Uniti.