Disputa su Taiwan: Pechino richiama l’ambasciatore a Vilnius

Cinesi irritati per il permesso dato a Taipei di aprire nel Paese baltico un ufficio con il nome “Taiwan”. Il governo cinese vuole che anche i lituani richiamino il loro ambasciatore a Pechino. Vilnius: determinati a cooperare con i taiwanesi. Rapporti più stretti con la Cina comunista ha portato scarsi benefici alla Lituania.


Pechino (AsiaNews) – La Cina ha richiamato in patria il suo ambasciatore in Lituania: una protesta contro la decisione di Vilnius di permettere al governo taiwanese di aprire un ufficio di rappresentanza con il nome “Taiwan”. L’annuncio è arrivato oggi dal ministero cinese degli Esteri che ha anche chiesto all’esecutivo lituano di richiamare il proprio inviato a Pechino.

Quella in Lituania sarebbe la prima sede di Taipei in Europa che usa la denominazione Taiwan; Pechino considera la mossa una violazione del “principio dell’unica Cina”. Per la leadership cinese,  l’isola è una “provincia ribelle”: essa si oppone a ogni rapporto diplomatico (formale) tra le autorità taiwanesi e quelle di altri Paesi.

Il ministero lituano degli Esteri ha risposto di rammaricarsi per il gesto di Pechino. Vilnius ha precisato di essere determinata a sviluppare reciproci rapporti vantaggiosi con Taiwan nel rispetto del principio dell’unica Cina: una politica seguita da molti altri Stati europei. La Lituania progetta di aprire una sede di rappresentanza a Taipei entro la fine dell’anno.

Il crescente sostegno del governo lituano a Taiwan ha guastato le sue relazioni con la Cina comunista. Vilnius appoggia la partecipazione taiwanese all’Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità, che Pechino boicotta. In maggio, i lituani hanno deciso di abbandonare il “17+1”, un gruppo informale formato da Cina e da 16 Paesi dell’Europa centrale e orientale, 12 dei quali appartenenti all’Unione europea.

Vilnius ha spiegato che l’uscita dal 17+1 è dovuta agli scarsi benefici della cooperazione con Pechino. L’interscambio commerciale tra i due Paesi rimane squilibrato: secondo statistiche delle Nazioni Unite, nel 2020 la Lituania ha importato dalla Cina beni per 1,1 miliardi di euro, a fronte di un export pari a 299 milioni di euro.

Parlando in febbraio con il vice ministro lituano degli Esteri, Egidijus Meilūnas, AsiaNews aveva anticipato la volontà di Vilnius di rivedere i rapporti con Pechino sulla base del rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto.