Al-Anad, droni e missili Houthi contro base filo-governativa: 30 morti e 60 feriti

La struttura è a circa 70 km a nord di Aden. Diversi feriti sono in condizioni gravi e il bilancio rischia di aggravarsi. Le condoglianze del presidente Hadi ai familiari delle vittime. I colloqui di pace in una fase di stallo, con le parti incapaci di raggiungere un compromesso.


Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno 30 morti e oltre 60 feriti il bilancio di un attacco, sferrato nella mattinata di ieri, dai ribelli Houthi contro una struttura dell’esercito filo-governativo nel sud dello Yemen. Un portavoce delle forze del sud afferma che l’obiettivo dell’operazione è la base aerea di al-Anad, dove sono di stanza militari della coalizione araba a guida saudita in guerra contro le milizie sciite filo-Teheran. I miliziani Houthi hanno colpito la struttura militare con missili e droni armati. 

Un soldato riferisce che l’attacco è avvenuto poco dopo la colazione, quando i militari hanno avvistato un drone volare sopra le proprie teste. “Abbiamo cercato - spiega all’Afp - di sparare e abbatterlo, ma non ci siamo riusciti. Il mezzo ha proseguito il suo volo e si è diretto verso l’hangar, dove ha lanciato due missili”. Un altro soldato ferito nell’attacco, Nasser Saeed, ha detto all’Associated Press che all’interno di un compound erano presenti oltre 50 soldati.

Mohammed al-Naqeeb, portavoce delle forze governative del sud, riferisce che diversi feriti si trovano in condizioni critiche e il bilancio delle vittime potrebbe aumentare nei prossimi giorni. Le squadre di soccorso sono impegnate a scavare fra le macerie alla ricerca di sopravvissuti nell’area di al-Anad, una settantina di chilometri a nord di Aden.

Il presidente Abdrabbuh Mansour Hadi ha espresso le proprie condoglianze ai familiari delle vittime e promesso che gli Houthi pagheranno “in modo pesante per tutti i crimini commessi contro il popolo dello Yemen”. Il raid è giunto in un momento di stallo nei colloqui di pace fra la coalizione internazionale sostenuta da Onu e Stati Uniti e i delegati Houthi, con le parti incapaci di raggiungere un compromesso. Al centro delle trattative la fine del blocco ai porti controllati dai ribelli sciiti e all’aeroporto di Sana’a, in cambio di una tregua nei combattimenti.

La guerra in Yemen è divampata nel 2014 come scontro interno fra governativi filo-sauditi e ribelli sciiti Houthi, vicini a Teheran. Degenerata nel marzo 2015 con l’intervento diretto di Riyadh, ha fatto registrare oltre 130mila morti e per l’Onu ha provocato la “peggiore crisi umanitaria al mondo”, sulla quale il Covid ha effetti “devastanti”; milioni di persone sono sull’orlo della fame e i bambini subiranno le conseguenze per i prossimi 20 anni. Fabbriche, scuole, ospedali e imprese pubbliche e private sono andate distrutte o perdute, affossando l’intera economia della nazione. 

Nei giorni scorsi decine di attivisti hanno promosso una biciclettata per la pace