Faisalabad, famiglia cristiana picchiata per aver difeso i propri diritti
di Shafique Khokhar

In un villaggio il ritorno in classe di una bambina dopo una febbre diventa l'occasione per nuove discriminazioni e violenze. L'attivista per i diritti umani Manzoor Anthony: "Noi minoranze viviamo nell'insicurezza, ci siano rioconosciuti pieni diritti". 


Faisalabad (AsiaNews) - Nel villaggio di Sumanduri Dajcot, vicino a Faisalabad in Pakistan, una famiglia cristiana è stata malmenata per aver difeso i propri diritti. Una ventina di persone hanno picchiato gli uomini, le donne e i figli accanendosi persino su una bambina sulla sedia a rotelle. Hanno strappato i vestiti delle donne e fatto loro pressione affinché ritirino una denuncia presentata alla polizia.

Tutto è iniziato quando questa settimana Sonia, una ragazzina cristiana, è tornata a scuola dopo aver avuto la febbre. Appena è entrata gli altri ragazzi l'hanno insultata dicendo che era tornata "la figlia degli spazzini" e che l'avrebbero cacciata dalla scuola. La bambina si è rivolta alla sua insegnante, musulmana, che l'ha liquidata definendolo un suo problema. E come se non bastasse l'ha punita con il bastone per non essere venuta a scuola per due giorni. Le percosse sono state talmente violente da fratturarle un dito. E anche alle proteste della zia della bambina, la maestra ha reagito con violenza. Poi, dopo qualche ora, c'è l'aggressione in casa all'intera famiglia.

Il padre di Sonia, Shakeel Masih, ha raccontato ad AsiaNews che mentre li malmenavano li chiamavano “sporchi cristiani”. Aggiunge di aver presentato una denuncia alla polizia con alcuni dei nomi degli aggressori, ma a oggi nessuno di loro è stato fermato.

Manzoor Anthony, attivista per i diritti umani di Faisalabad e coordinatore del gruppo per le minoranze, ha chiesto alle autorità che sia data giustizia e protezione a questa famiglia. Ha rivolto anche un appello al premier Imran Khan: “Noi minoranze viviamo nell'insicurezza, abbiamo bisogno che ci siano riconosciuti pieni diritti in Pakistan per poter vivere in pace”.