Sihanoukville: schiavi moderni sfruttati da boss cinesi per le truffe online

La città costiera negli ultimi anni ha ricevuto molti investimenti cinesi. All'interno del conglomerato noto con il nome di China Project almeno 8mila persone sono tenute prigioniere e addestrate a compiere frodi via internet. Dopo l'inchiesta del Khmer Times i criminali stanno portando le loro attività in altre zone del Paese.


Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Dall’esterno sembrano solo una decina di edifici squadrati. Complessi residenziali per lavoratori cambogiani o stranieri. In realtà il China Project ospita tra gli 8 e i 10mila schiavi: persone reclutate con l’inganno, tenute prigioniere e costrette a commettere frodi via internet.

“Ogni cinese che passa più di un paio di mesi a Sihanoukville lo sa. La chiamano China City”, ha raccontato al Khmer Times una fonte anonima, aggiungendo che dietro al giro criminale c’è un gruppo di imprenditori che ha acquistato l’intera proprietà dopo che nel 2019 il premier cambogiano Hun Sen ha vietato il gioco d'azzardo online.

Sihanoukville negli ultimi anni ha cambiato volto: prima dell’arrivo degli investimenti cinesi era una tranquilla città costiera del sud della Cambogia. Dopo il lancio della Belt and Road Initiative (Bri), il megaprogetto infrastrutturale di Xi Jinping, i turisti occidentali sono stati cacciati per far spazio alle attività cinesi. Le scritte in khmer e in inglese sono state sostituite da quelle in mandarino. Hotel, ristoranti e casinò si sono riuniti per formare tante piccole Chinatown.

La città è il primo porto di scalo della Bri; dai cinesi ha ricevuto 3,5 miliardi di euro di investimenti per centrali elettriche e per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi in mare aperto. Ma Pechino ha donato anche 85 milioni di euro per la rimodernizzazione dell’esercito cambogiano. Forse è per questo che i boss cinesi del China Project possono agire indisturbati.

“China City è il peggio del peggio. Sono protetti dalla polizia. I poliziotti entrano solo se c’è una soffiata importante sulla droga. Hanno tracciato questa linea molto chiaramente”, ha riferito la stessa fonte del Khmer Times.

In base alle ricostruzioni del giornale cambogiano, la maggior parte degli schiavi è di nazionalità cinese. Molti provengono anche dal sud-est asiatico. Vengono truffati con false offerte di lavoro, gli viene ritirato il passaporto e poi sono costretti a commettere vari tipi di crimini. Gli viene insegnato come creare profili social realistici per indurre le persone a investire in criptovalute fasulle. Chi riesce a convertire un contatto sui social in uno su WhatsApp o WeChat riceve delle ricompense. Tra queste, la possibilità di avere rapporti sessuali con delle donne dell’Est Europa, anch’esse tenute prigioniere nel complesso.

Secondo alcune testimonianze qualcuno è riuscito a spillare fino a 400mila dollari a una sola persona. A volte questi schiavi moderni sono costretti a trovare nuove reclute per il China Project attraverso gli stessi metodi fraudolenti con cui erano stati ingannati loro in un primo momento.

Un ufficiale di polizia ha riferito in forma anonima che nei pressi del China Project le forze dell'ordine a settimane alterne trovano dei cadaveri, ma non sanno distinguere i casi di omicidio da quelli di suicidio. A volte sui corpi ci sono scritte che indicano che non si è trattato di suicidio.

Il marito di una ex “dipendente” ha raccontato che la moglie aveva risposto all’annuncio per un lavoro in un call center. “All'inizio - ha raccontato l'uomo - andava tutto bene. Hanno detto che l'avrebbero formata in un centro vicino all'aeroporto, poi quando la compagnia è venuta a prendere mia moglie a casa hanno detto che dovevano andare a fare una settimana di formazione a Sihanoukville”. La donna ha capito subito che si trattava di una fregatura e che in quel complesso si truffavano persone in Europa. “Ha subito detto che voleva dimettersi, ma non le hanno permesso di andarsene. Volevano venderla a un’altra azienda”. Anche altre fonti hanno raccontato di aver saputo di persone vendute e poi trasferite in altri edifici.

Denunciare l’accaduto alla polizia cambogiana non serve a niente. “Ho raccontato la storia alla polizia, ma non hanno preso alcun provvedimento. Non ho dato soldi all'organizzazione, ma all'inizio volevano 2mila dollari. Dopo che alcuni siti hanno parlato dell’accaduto è stata rilasciata”.

Dopo l’inchiesta del Khmer Times gli agenti immobiliari della zona hanno riferito di aver ricevuto tantissime richieste di alloggio da parte delle aziende della città. Sembra che i boss criminali si stiano ora spostando a O'tres, Victory Hill, vicino al porto e al centro di Sihanoukville. Forse anche nella provincia di Battambang e nella capitale Phnom Penh.