Mosca, elezioni Duma: navalnisti pronti al ‘voto utile’
di Vladimir Rozanskij

I sostenitori di Aleksej Naval’nyj puntano su candidati di altri partiti per sconfiggere Russia Unita di Putin. I principali collaboratori del primo oppositore al regime sono in prigione o banditi dalle autorità. Usate tattiche “cinesi” per il controllo di internet.


Mosca (AsiaNews) – Alla vigilia delle elezioni i sostenitori del principale oppositore al putinismo, Aleksej Naval’nyj, detenuto nel lager di Vladimir, hanno pubblicato la lista dei candidati scelti per il voto utile (o “voto intelligente”, umnoe golosovanie). Sull’app “Naval’nyj” si possono trovare tutti i nomi collegio per collegio, nonostante i furiosi tentativi di oscurare l’accesso “dall’alto”.

I navalnisti avevano promesso che avrebbero pubblicato i nomi dei candidati prescelti solo “nel momento in cui non sarà più possibile per legge eliminarli dalle liste elettorali”: a due giorni dall’inizio della competizione. Alcuni di loro sono politici già affermati, come Valerij Raškin, Anastasia Brjukhanova, Sergej Obukhov e Sergej Mitrokhin a Mosca, o Boris Višnevskij e Oksana Dmitrieva a San Pietroburgo.

La maggioranza assoluta dei candidati “utili”, pronti a fare opposizione al regime, appartiene per paradosso al Partito comunista russo (Kprf): ben 137, malgrado tutte le “nostalgie sovietiche” ispirate dallo stesso Putin. Vi sono poi 48 candidati di “Russia giusta”, un partito moderato anti-corruzione, 20 liberal-nazionalisti dell’Ldpr di Vladimir Žirinovskij. Solo 10 sono del partito liberale “Yabloko”, in cui si era formato lo stesso Naval’nyj, che ora è molto criticato dal suo leader Grigorij Javlinskij. Quest’ultimo sostiene invece la necessità di mantenere una linea di “testimonianza democratica” senza compromessi con nessuno, in attesa di tempi migliori. Altri candidati appartengono a piccole liste e gruppi civici, quei pochi che sono riusciti a superare la tagliola delle commissioni elettorali.

Al di là delle preferenze ai candidati nei collegi, l’umnoe golosovanie propone di mettere la croce sul simbolo di qualsiasi partito tranne “Russia Unita”, la formazione di Putin. Lo scopo è quello di “distruggere il monopolio del partito del potere attraverso la scelta di candidati credibili di opposizione”. La speranza è di riuscire a unire tutti coloro che non si riconoscono nel regime putiniano, per concentrarsi sempre più sui candidati di maggiore efficacia e non disperdere i voti di opposizione su candidati diversi, magari presentati da “liste civetta” organizzate dagli stessi alleati di Putin. Il sistema uninominale della gran parte dei collegi permetterebbe quindi di sconfiggere di volta in volta i vari candidati “edinorossy” (di Russia Unita).

Le elezioni si svolgono in un turno unico tra oggi e il 19 settembre, per eleggere i 450 candidati alla Duma di Stato, la Camera bassa del Parlamento di Mosca, che oggi vede una maggioranza di 338 deputati edinorossy. Negli stessi giorni si devono eleggere anche i governatori di 12 entità federali (regioni, repubbliche, distretti autonomi), nove dei quali a elezione diretta e tre che saranno poi scelti dai parlamenti locali. In 39 regioni saranno eletti i membri delle locali assemblee legislative.

In questi mesi il potere putiniano ha tentato in tutti i modi di bloccare la manovra dell’umnoe golosovanie, a partire dall’arresto e dalla condanna dello stesso Naval’nyj a inizio anno, dopo il ritorno dalla Germania per le cure del post-avvelenamento dell’agosto 2020. Le repressioni hanno poi colpito tutto il movimento navalnista, a partire dai più stretti collaboratori del leader, tutti arrestati o a cui le autorità hanno proibito di svolgere attività pubbliche, tanto che diversi di essi hanno deciso di emigrare per evitare di finire a propria volta dietro le sbarre. Lo stesso movimento del “Fondo per la lotta alla corruzione” fondato da Naval’nyj è stato chiuso d’autorità e messo fuorilegge con l’accusa di “estremismo”.

Dopo aver ingolfato le liste elettorali di candidati fasulli o “fotocopia” dei preferiti dalle opposizioni, l’ultima arma nei giorni delle elezioni pare essere quella del blocco di internet, o perlomeno dell’accesso alle app e ai siti d’ispirazione navalnista. Prendendo esempio dai “maestri” cinesi, i rappresentanti dell’agenzia statale Roskomnadzor per il controllo delle comunicazioni hanno ostruito i 6 maggiori VPN (reti virtuale private): Hola, Express, KeepSolid Unlimited, Nord VPN, Speedify e IPVanish.

Le motivazioni ufficiali del blocco spiegano che l’uso dei VPN “permette di avere accesso a informazioni proibite e crea le condizioni per attività illegali, comprese quelle legate al traffico di stupefacenti, alla pornografia infantile e all’estremismo”, quindi anche all’insopportabile “crimine” dell’opposizione politica.