Teheran e Riyadh pronte a riaprire i consolati

I due Paesi sono vicini a un accordo per la ripresa delle relazioni ufficiali. Un segno di progressiva distensione dopo anni di tensioni, ma restano ostacoli e divisioni soprattutto sullo Yemen. Anche re Salman chiede “risultati tangibili” per ricostruire un clima di “fiducia” fra le due nazioni. 


Teheran (AsiaNews) - Iran e Arabia Saudita sono vicini all’accordo per la ripresa delle relazioni diplomatiche ufficiali fra i due Paesi e la riapertura dei rispettivi consolati, in un segno di progressiva distensione dopo anni di ostilità e conflitti per procura. È quanto riferisce, dietro anonimato, una fonte istituzionale che vive nel regno wahhabita secondo cui sarebbe “imminente” un accordo per mettere fine alle tensioni del recente passato. 

“Entrambi, in linea di principio - sottolinea la fonte all’Afp - hanno raggiunto un accordo per la riapertura dei consolati… e penso che l’annuncio di una normalizzazioni dei rapporti potrebbe arrivare entro le prossime settimane”. Nei giorni scorsi le stesse autorità ufficiali a Teheran avevano mostrato un cauto ottimismo, sottolineando che i colloqui - che comprendono anche lo Yemen, uno dei principali elementi di divisione - dell’ultimo periodo hanno preso “la giusta direzione”.

Teheran e Riyadh hanno interrotto le relazioni nel 2016, in seguito all’assalto al consolato saudita in Iran, in risposta all’esecuzione del leader sciita Nimr al-Nimr. Una controversia che ha innescato ripercussioni a livello regionale, fra cui l’isolamento economico, diplomatico e commerciale del Qatar - interrotto di recente - considerato troppo vicino a Teheran. Le due potenze si trovano su fronti opposti in molti dossier, dallo Yemen alla Siria. Tuttavia, ad aprile il principe ereditario saudita Mohammad bin Salman (Mbs) ha detto di volere buone relazioni con Teheran. Una svolta determinata anche dal cambio di amministrazione a Washington, col passaggio dalla “massima pressione” di Donald Trump, al tentativo di Joe Biden di rilanciare l’accordo nucleare.

L’ultimo round di colloqui fra i due Paesi si è svolto il 21 settembre e altri sono in programma “a breve”. Teheran vorrebbe riaprire i rispettivi consolati nella città iraniana di Mashhad e in quella saudita di Jeddah, come gesto di buona volontà. Gli incontri si svolgono in un clima disteso, sebbene rimangano elementi di frizione quando si scende nei dettagli. Il ministro iraniano degli Esteri Hossein Amirabdollahian ha detto che l’8 ottobre sono stati raggiunti “diversi accordi”; l’omologo saudita Faisal Bin Farhan al-Saud ha parlato di incontri in “fase esplorativa”, ma la speranza è di “risolvere” gli elementi di contrasto, in primis lo Yemen.

Il mese scorso, il re saudita Salman ha espresso la speranza che i colloqui con l’Iran “portino a risultati tangibili per costruire la fiducia” e rilanciare la cooperazione bilaterale. Egli ha poi chiesto a Teheran di cessare “ogni forma di sostegno” ai gruppi armati della regione, con un riferimento particolare ai ribelli Houthi nello Yemen, che hanno intensificato gli attacchi missilistici e a colpi di droni contro il regno wahhabita.