Thailandia, fra le proteste dell'opposizione il premier inizia la campagna elettorale
di Weena Kowitwanij

Il cardinale Kitbunchu: "Ognuno è libero di esprimere la propria voglia di democrazia, ma le organizzazioni cattoliche stiano fuori dalle proteste".


Bangkok (Asianews) - Thaksin Shinawatra, primo ministro dimissionario della Thailandia e leader del partito di maggioranza Thai Rak Thai, ha iniziato la sua campagna elettorale nonostante l'opposizione abbia confermato di voler boicottare "con ogni mezzo" le elezioni anticipate, previste per il 2 aprile.

La chiamata alle urne segue lo scioglimento "a sorpresa" della Camera bassa del Parlamento annunciata dal primo ministro dopo la crescita delle pressioni politiche contro di lui. Thaksin - 56 anni, imprenditore miliardario passato alla politica ed eletto per la prima volta nel 2001 – è attaccato per la cessione delle quote della Shin Corp, il gruppo industriale da lui fondato prima di entrare in politica e che comprende anche un colosso delle telecomunicazioni. L'operazione è stata valutata 1,9 miliardi di dollari americani ed è gravata da pesanti accuse di corruzione pubblica.

La prima mossa elettorale del premier è stata quella di convocare il 3 marzo per un comizio elettorale i suoi sostenitori nella capitale: oltre 100 mila persone hanno risposto alla chiamata.

Durante il suo discorso, Thaksin ha chiesto "ancora una volta" ai partiti d'opposizione "di partecipare alle elezioni, che rispondono a tutti i requisiti previsti nella Costituzione" ed ha lanciato la sfida: "Se non prendo più voti degli astenuti, non sarò primo ministro del nuovo governo". L'Alleanza popolare per la democrazia – organismo che riunisce tutti i partiti e movimenti contrari al premier, guidato da Chamlong Srimuang e Sonthi Limthongkul – ha risposto ieri con una nuova manifestazione non-violenta nelle strade di Bangkok a cui hanno partecipato, secondo stime della polizia, 50 mila persone.

Fra i manifestanti, membri del movimento universitario, oltre cinque mila contadini che chiedono invano da anni al governo di Thaksin una riforma agricola, e i monaci buddisti del "Dharma Army" il cui leader, Chamlong Srimuang, ha guidato nel 1992 una sanguinosa rivolta contro il governo militare che all'epoca governava il Paese.

Il cardinale Kitbunchu, presidente della Conferenza episcopale thailandese, ha sostenuto che "è un diritto di ognuno esprimere il proprio sostegno alla democrazia", ma ha invitato tutti i fedeli "a non lasciare che le organizzazioni cattoliche vengano coinvolte nelle proteste".

Anche Somdej Phrayan-nasangworn, 95enne leader buddista, ha commentato la situazione: parlando alla radio nazionale ha sottolineato che "chiunque protesti con la violenza non ha religione, perché nessuna religione predica l'uso della forza. Chi sa di essere causa di controversie deve decidere: o cerca di correggersi o abbandona la propria posizione".