Cina: 20 milioni di bambini migranti discriminati dalla scuola pubblica

Per loro è difficile avere un posto nelle scuole delle grandi città perché non sono riconosciuti come residenti. Spesso possono andare solo nelle scuole private condotte da volontari.


Pechino (AsiaNews/Scmp) – La tragedia dei migranti cinesi ha molte facce: i 130 milioni di lavoratori che devono spostarsi dalle campagne per andare a lavorare nelle grandi città della costa orientale, infatti, portano con loro almeno 20 milioni di bambini sotto i 18 anni per i quali è difficile se non impossibile trovare posto in una scuola.

Nella sola Pechino vi sono circa 300 mila bambini migranti: il governo municipale riconosce che l'80% non frequenta la scuola secondaria superiore (per chi ha tra 13 e 18 anni) e 70 mila non vanno a scuola.

Ogni cittadino deve avere un certificato di residenza (c.d. hukou) che è "urbano" o "rurale". Chi ha residenza "urbana" accede a servizi come la scuola o la sanità, forniti dall'autorità municipale. Ma perde i diritti sulla terra e la casa lasciata in campagna. Per cui molti preferiscono non registrarsi.

Nel 2003 – riferisce Han Jialing, prof. dell'Accademia delle Scienze sociali di Pechino – uno studio su 31 mila famiglie di migranti abitanti a Pechino ha mostrato che il 20% viveva con 500 yuan al mese e il 43% con un reddito tra 500 e 1.000 yuan. Le tasse scolastiche annue erano di 1.200 yuan per la scuola primaria e di 2 mila yuan per la media inferiore (da 13 a 16 anni), maggiori di quelle pagate dai residenti.

Sempre nel 2003 il governo centrale ha ritenuto che la città deve provvedere all'istruzione anche dei bambini migranti che ci abitano e ha ordinato di eliminare simili discriminazioni. Dal 2004, per disposizione della Commissione municipale di Pechino per l'Educazione, i bambini migranti pagano quanto i residenti: fino a un massimo di 267 yuan al semestre per la scuola primaria e fino a 355 yuan per la scuola media inferiore.

Ma nella capitale permangono altre discriminazioni. Così, gli amministratori scolastici del centrale distretto di Doncheng temono che accettare i migranti significa far diminuire il rendimento scolastico medio, con perdita di finanziamenti.

Di fatto, a Pechino tra 80 e 90 mila bambini ancora frequentano 350-400 scuole private condotte da volontari o da migranti. Queste scuole, che chiedono tasse di circa 500 yuan l'anno, hanno strutture carenti e minimi mezzi e molte non sono autorizzate e rischiano la chiusura. Gli insegnanti sono sottopagati. Ma solo grazie a loro molti bambini riescono ad avere un'istruzione. (PB)