Vaticano: "La presenza dei cristiani in Terra Santa, fondamentale per la pace"

Nella lettera scritta a tutti i vescovi cattolici per la tradizionale colletta "pro Terra Sancta", il card. Moussa Daoud descrive una zona "teatro di conflitto lungo decenni" e che causa "il preoccupante fenomeno" dell'esodo dei cristiani.


Città del Vaticano (AsiaNews) – La Terra Santa "continua ad essere teatro di un conflitto che si prolunga da decenni", che "priva le comunità e le istituzioni cattoliche di mezzi adeguati al mantenimento e alla promozione delle attività religiose, umanitarie e culturali" favorendo così "il preoccupante fenomeno del continuo esodo dei cristiani".

Con queste parole il Prefetto della Congregazione per le chiese orientali e Patriarca di Antiochia, cardinale Ignace Moussa Daoud I, descrive la situazione della "Terra del Signore" nella sua lettera a tutti i vescovi cattolici, scritta a nome di Benedetto XVI, in occasione della tradizionale colletta "pro Terra Sancta". Ogni anno, infatti, alla celebrazione della Passione il Venerdì Santo, si raccolgono ovunque nel mondo offerte per la Chiesa della Terra Santa.

"La presenza dei cristiani in Terra Santa – scrive il porporato - è più che mai necessaria per l'avvenire pacifico di quell'area e per il bene di tutta la Chiesa universale, che deve trovare presenti in quei Luoghi Santi comunità vive che professano la fede evangelica".

Il card. Moussa Daoud ricorda "la massima sollecitudine a quelle comunità cristiane" riservata nel corso dei secoli dai Pontefici e definisce "memorabili" gli "innumerevoli interventi del servo di Dio Giovanni Paolo II" sulla questione.

Il prelato cita gli interventi dell'attuale Papa e ricorda l'udienza ai partecipanti all'Assemblea della "Riunione delle opere in aiuto alle Chiese orientali" del 23 giugno scorso, in cui Benedetto XVI ha sottolineato che "alcuni segnali positivi, che ci giungono in questi ultimi mesi, rendono più salda la speranza che non tardi ad avvicinarsi il giorno della riconciliazione tra le varie comunità operanti in Terra Santa; e per questo non cessiamo di pregare con fiducia".

"Ecco la responsabilità che incombe sulla Chiesa Universale – commenta il cardinale - nei confronti della Chiesa Madre di Gerusalemme 'verso cui tutti i cristiani hanno un debito indimenticabile' secondo le parole stesse del Papa".