Pakistan, ogni anno oltre 60 mila muoiono di tubercolosi
di Qaiser Felix

In occasione della Giornata mondiale per la lotta contro la tubercolosi l'Organizzazione mondiale della Sanità ha presentato i dati relativi alla malattia: nel Paese ogni due minuti una persona si ammala di tbc ed ogni otto un'altra ne muore.


Islamabad (AsiaNews) – Sono circa 60 mila le persone che ogni anno muoiono di tubercolosi in Pakistan: il Paese è al sesto posto nella graduatoria mondiale dei luoghi affetti da questa malattia.

Secondo i dati resi noti dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) il 24 marzo, in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro la tubercolosi, nel Paese si registra il 43 % dei casi totale di tbc di tutta la Regione mediterranea orientale.

Durante l'Udienza generale del 22 marzo, il Papa ha definito la Giornata "un'occasione propizia per sollecitare un rinnovato impegno a livello globale, affinché siano rese disponibili le risorse necessarie per curare questi nostri fratelli ammalati, che spesso vivono anche in situazione di grande povertà".

I dati globali danno ragione al Pontefice: secondo l'Oms, di tutti i casi di tisi al mondo, il 95 % si registra nelle nazioni economicamente svantaggiate, dove avviene anche il 98 % del totale dei decessi, circa 2,7 milioni di vittime. E' la malattia con il più alto tasso di mortalità esistente al momento sul pianeta.

I malati di tbc in Pakistan sono più di un milione: ogni due minuti una persona si ammala ed ogni otto una ne muore. Nel 2001, Islamabad ha definito la malattia "un'emergenza nazionale" ed ha aumentato il finanziamento statale alle strutture che cercano di contrastarla. In quest'ottica, ha sviluppato una Terapia a corto raggio e ad osservazione diretta (Dots) nel Balochistan: dopo un anno, la terapia ha preso piede in quasi metà del Paese.

Prima del 2000, era infatti prassi comune isolare i malati di tisi in sanatori speciali ed abbandonarli: ora, questa nuova scuola di pensiero sta sviluppando la concezione che un malato di tbc è un malato normale, che ha possibilità di sopravvivenza e può vivere una vita normale.

Il problema rimane però l'alto grado di diffusione della malattia: nel periodo in cui il virus è fertile, può contagiare fino a dieci persone in contemporanea.

Emarginazione e povertà dei malati porta ad un altro fenomeno: il 90 % dei neo-medici pakistani, non sa o non vuole trattare la Tbc. Gli stessi medici del Dots, nonostante la loro preparazione specifica, non riescono a curare più del 10 % del numero totale dei malati di tisi.

A conclusione dell'Udienza già citata, Benedetto XVI aveva detto: "Incoraggio le iniziative di assistenza e di solidarietà nei confronti dei malati di tisi, auspicando che ad essi siano sempre assicurate dignitose condizioni di vita".