Il Libano ricorda "il suo amico" Giovanni Paolo II
di Youssef Hourany

Rievocati in cerimonie religiose ed incontri e centinaia di interventi pubblici per il Paese dei cedri, il documento post-sinodale, il viaggio del 1997, che vide insieme cristiani e musulmani. Nelle scuole maronite distribuite foto del Papa scomparso e del suo successore.


Beirut (AsiaNews) - Il ricordo di un amico, che è intervenuto 300 volte a favore del Libano, gli ha dedicato un sinodo e uno storico viaggio. Con questa consapevolezza il Paese dei cedri ha commemorato il primo anniversario della morte di  Giovanni Paolo II, che definì il Libano "un messaggio" e la presenza cristiana nel Paese "condizione necessaria per la presenza dei cristiani in Medio Oriente".

Il Patriarca maronita, il cardinale Nasrallah Sfeir, durante la messa della domenica ha ricordato "la necessità di mantenere la testimonianza del Papa viva nei cuori di tutti" ed ha invitato i componenti della società a continuare il loro sforzo a favore del dialogo inter-libanese. Egli ha indicato la via tracciata dal papa Giovanni Paolo II come strada "necessaria per raggiungere la pace sociale e poter affrontare la crisi che sta travolgendo il Paese".

Diocesi, parrocchie e congregazioni religiose hanno ricordato quest'avvenimento storico-nazionale come ha detto il padre abate Seman Abou Abdou, in una omelia durante la messa presieduta nel convento di Lwaize, con i religiosi dell'ordine maronita mariamita. Il religioso sottolineato l'importanza dell'azione svolta dal Papa a favore del Libano, con i suoi 300 interventi pubblici, durante il periodo nero della storia del Libano, tramite l'esortazione apostolica post-Sinodale "Nuova speranza per il Libano" e durante la sua visita apostolica nel 1997, quando si è incontrato con tutto il Libano, che tanto amava. Le scuole dell'ordine, in una iniziativa apprezzata da molti, hanno distribuito a tutti gli alunni le foto del defunto Papa e di Benedetto XVI ed hanno elevato preghiere di suffragio per il Papa e per la sua beatificazione. Sono state anche organizzate numerose attività con lo scopo di ravvivare la spiritualità degli alunni, dei professori e dei familiari.

L'arcivescovo maronita di Beirut, mons Paul Matar, in un incontro con la stampa, ha ricordato lo sforzo compiuto dal Papa e dalla Santa Sede per il buon esito della formula libanese che rimane l'unica carta vincente, ed ha ricordato le principali tappe della visita pastorale del Papa, della quale fu il coordinatore.  Mons. Matar ha sottolineato l'incontro del Santo Padre con i giovani libanesi, a Harisa, e la sua consegna dell'esortazione apostolica che potrebbe essere la costituzione del nuovo Libano. Egli ha poi evidenziato l'importanza dell'incontro col papa durante la grande messa nel pieno centro di Beirut che raccolse quasi mezzo milione di persone di tutte le confessioni religiose e di tutto il Libano. Giovanni Paolo II può essere definito "il primo costruttore di Beirut", ha detto mons. Matar, rievocando anche l'entusiasmo dei musulmani per la visita del papa, quando migliaia di islamici, capeggiati dai loro leader religiosi, si sono recati a Beirut per salutare il Papa.

Seoud el Mawla, consigliere del presidente del consiglio musulmano sciita, che è stato  osservatore durante l'assemblea speciale del sinodo dei vescovi per il Libano del 1994, parlando con AsiaNews ha definito Giovanni Paolo II "il profeta del secolo, che ha esortato gli uomini e le donne della nostra società a fare un esame di coscienza sulla loro fedeltà verso la loro storia e il loro ruolo in Medio Oriente".

Mons Bechara Rahi, arcivescovo maronita di Jbeil, che fu coordinatore dei lavori dell'assemblea speciale del sinodo dei vescovi per il Libano, ha indicato "l'urgenza di riscoprire il significato dell'esortazione apostolica post-sinodale" ed ha sottolineato la ricchezza dell'insegnamento di Papa Giovanni Paolo II, che ha predicato, ha scritto, ha visitato, ha beatificato e soprattutto ha pregato. Tutti, ha detto mons. Rahi dovrebbero scoprire la figura mistica del defunto Papa, uomo di preghiera e di sofferenza, impegnato per il dialogo inter-religioso ed ecumenico, in favore della vita e della famiglia. Di papa Wojtyla ha sottolineato anche l'apprezzamento per la ricchezza del patrimonio religioso del Medio Oriente e del mondo arabo, ricordando le sue visite apostoliche nei vari paesi arabi: Marocco, Terra Santa, Giordania, Egitto, Libano, Siria, Tunisia.