Mons. Zhan Silu si autoinsedia e si condanna all'isolamento

La cerimonia dell'insediamento disertata da cattolici ufficiali e sotterranei. Prosegue il disegno dell'Associazione Patriottica di controllare e dividere la Chiesa cinese.


Roma (AsiaNews) – Un futuro di isolamento e divisione attende mons. Zhan Silu, 45 anni, vescovo non riconosciuto dalla Santa Sede,  auto-insediatosi ieri come vescovo della diocesi di Mindong (Fujian). La cerimonia è avvenuta a Ningde, città natale del prelato, alla presenza di 500 fedeli, 13 preti e  nessun vescovo. La diocesi ha oltre 80 mila fedeli. Di questi, più di 70 mila appartengono alla Chiesa sotterranea. Solo 10 mila appartengono alla Chiesa ufficiale. Nella diocesi vi sono 45 sacerdoti sotterranei e 13 ufficiali. Fonti di AsiaNews confermano che nei giorni precedenti, i sacerdoti e i fedeli di Ningde sono stati forzati a partecipare alla cerimonia. La maggior parte dei cattolici della Chiesa ufficiale e tutti quelli della Chiesa sotterranea non ha voluto essere presente alla messa e al banchetto che ne è seguito perché mons. Zhan non ha l'approvazione del Vaticano. I sacerdoti dei due rami della Chiesa sono molto critici verso il nuovo vescovo e affermano che la presa di possesso della diocesi non aiuta ad appianare i rapporti fra Cina e Santa Sede dopo gli ultimi sviluppi. Nelle ultime due settimane l'Associazione Patriottica ha deciso due ordinazioni senza l'approvazione della santa Sede a Kunming e a Wuhu, provocando la denuncia del Vaticano che le ha definite una "grave violazione della libertà religiosa".

In un'intervista ad AsiaNews il neo-insediato vescovo mons. Zhan ha escluso un legame fra le due ordinazioni illecite e la sua presa di possesso. Ma secondo personalità vaticane il gesto di ieri riflette l'intenzione dell'Associazione Patriottica (AP) di riaffermare il suo potere sulla Chiesa ufficiale, occupando con personale di sua fiducia le sedi episcopali vacanti in Cina. Mons. Zhan, ritenuto fin dai tempi del seminario uno stretto collaboratore del Partito, era da anni uno dei vice-presidenti dell'AP ed era inviso al clero e ai fedeli del Fujian perchè ordinato vescovo senza il permesso del papa. Zhan è stato ordinato il 6 gennaio del 2000 a Pechino, insieme ad altri 4 candidati in una cerimonia voluta da Liu Bainian, vice-presidente laico dell'AP, per contrastare i primi segni di dialogo fra Cina e Vaticano.

Fonti di AsiaNews hanno rivelato che Zhan, non essendo riconosciuto né dal Vaticano, né dai fedeli di Mindong, ha passato tutti questi anni chiuso in un ufficio messo a disposizione dal governo nella sua città natale, Ningde. Alle sue messe, disertate dai fedeli, partecipano pochi suoi familiari e qualche impiegato dell'AP.

La sua presa di possesso rischia di isolarlo ancora di più e non gli permetterà di esercitare alcun ministero pastorale. Egli infatti continuerà a vivere a Ningde e non a Fuan, la sede episcopale del suo predecessore, mons. Zhang Shizhi morto il 5 agosto 2005.

Il frettoloso insediamento del vescovo è anche un tentativo di bloccare la scelta fatta dal Vaticano su un altro candidato: il vescovo Huang Shoucheng, un vescovo sotterraneo, succeduto a mons. Xie Shiguang, morto in fama di santità  lo scorso anno, il 25 agosto 2005. Mons. Huang, pur essendo vescovo della Chiesa clandestina, è molto amato e rispettato da tutti i fedeli della Chiesa di Mindong.