Bangladesh: le ferite dei tribali "inesistenti"
di Nozrul Islam

AsiaNews visita il villaggio di Saupru Karbari, sulle colline di Chittagong, obiettivo due mesi fa della ferocia di alcuni coloni bengalesi, che vogliono espropriare gli aborigeni delle loro terre. Case distrutte, braccia e gambe rotte e tanta paura senza speranza.


Chittagong (AsiaNews) – Cicatrici, arti rotti, famiglie costrette a scappare e ancora non tornate a casa. Questa la situazione a Saupru Karbari, in Bangladesh, a due mesi dalla feroce aggressione di un gruppo di "briganti bengalesi" a danno della comunità aborigena Marma. AsiaNews ha visitato questo villaggio del comune di Maischari - distretto di Khagrachari sulle colline di Chittagong - dove gli abitanti continuano ad  avere paura e non hanno speranza di ottenere giustizia, perché ignorati dalle autorità.

La rappresaglia contro i Marma è la conseguenza di una disputa su un appezzamento di terra che decine di bengalesi venuti da fuori per costruire qui le loro case, reclamavano ad un aborigeno del posto. Dopo la resistenza dei locali, gli aggressori tornano il 3 aprile e tra saccheggi e violenze il bilancio dell'attacco alla fine è di un morto, 4 ragazze violentate, 45 feriti, tra cui un rispettato bonzo, case razziate e un ostello per i giovani distrutto. Finora non si hanno notizie di indagini sui fatti di Saupru Karbari; i briganti bengalesi che erano stati arrestati sono stati rilasciati uno dopo l'altro. Il governo non ha deciso nessun tipo di risarcimento per le vittime.

La regione orientale del Bangladesh è stata teatro di scontri fra tribali e i soldati di Dakha. I coloni bengalesi hanno occupato la terra di quest'area nel corso degli ultimi decenni. I tribali sono stati privati della loro unica fonte di sostentamento, la terra, e per questo si sono ribellati alle autorità. E il governo sembra continuare nella sua politica di "bengalesizzazione".

Nel villaggio la gente è cordiale, ci sono soprattutto donne e molti bambini, dall'aria vivace, ma denutrita. Raccontano storie ignorate dai media, ci mostrano le conseguenze dell'assalto sulle persone: cicatrici - su uomini, donne e bambini, un uomo con un braccio rotto fermato con stecche di bambù - e sulle case. Ci vuol poco a danneggiare case costruite con pareti e porte sottili circa due millimetri, senza chiavi. Molte famiglie sono tornate, ma non quelle delle ragazze violentate, né quelle che risiedono più vicine alle case bengalesi. Dicono di avere "tanta paura" e di essere "scoraggiate".

Un anziano mostra la sua abitazione a 50 metri da una casa bengalese: "Guardate, c'era poco, non è rimasto nulla, solo quattro vestiti stracciati che non ho avuto il coraggio di portar via". Le autorità militari, per "mettere pace" hanno detto che nessuno deve toccar nulla, per non provocare l'avversario. I Marma non possono raccogliere i frutti dei loro alberi, e questa è la stagione dei qatal (jack fruit), particolarmente nutrienti.

Chi non è rientrato a casa sua vive con altre famiglie, o si è sistemato nella parte non danneggiata dell'ostello buddista, dove solo 30 ragazzi su 70 sono tornati. Parlano di innumerevoli, inutili tentativi di difendersi sia dal punto di vista fisico che legale. "Ci provocano, gettano mattoni, portano via le nostre cose, vengono a gruppi di notte. Quando ci raduniamo con in mano qualche bastone e falcetto, immediatamente si dileguano e appare l'esercito, che ci trova con le "armi", ci accusa di aver attaccato e ci porta in prigione. Se qualcuno di noi che ha studiato va qualche volta al tribunale per sollecitare i processi, viene identificato, arrestato e denunciato per terrorismo".

I nuovi insediati arrivano con probabilità da Comilla e Rangpur. Spesso sono i militari a invitarli e indicare loro le zone "libere" da occupare; è scontato quindi che siano poi pronti a prendere le loro parti quando i tribali protestano, perché espropriati di proprietà che spettano loro per legge: "Abbiamo tutte le carte in regola, e le abbiamo mostrate a tutti infinite volte. Semplicemente ci ignorano".

Ufficialmente tutto ciò che è accaduto non è accaduto. Come urlano due coloni bengalesi mentre lasciamo Saupru Barbari: "Che cosa siete venuti a fare? Non c'è nulla da vedere, qui non è successo nulla! Se hanno qualcosa di cui lamentarsi perché non vanno dalle autorità?".