Mosca, aggressione in sinagoga: la Corte Suprema riapre il caso Koptsev

Il giovane, che a gennaio ha accoltellato i fedeli in preghiera perché ebrei, è condannato solo per "tentato omicido" e non anche per "istigazione all'odio razziale", come chiedono i legali delle vittime.


Mosca (AsiaNews/Agenzie) – La Corte Suprema russa ha ordinato la revisione della condanna a 13 anni di detenzione di Aleksandr Koptsev, il giovane che a gennaio aveva aggredito dei fedeli in una sinagoga di Mosca.

Il 20enne era stato accusato di tentato omicidio, aggressione e azioni volte all'umiliazione di gruppi religiosi dopo che lo scorso 11 gennaio Koptsev, ha fatto irruzione in una sinagoga del centro ferendo con un coltello nove fedeli in preghiera. Secondo testimoni oculari, il figlio del rabbino, subito accorso, è riuscito a fermarlo. Lo stesso Koptsev in seguito ha ammesso di aver compiuto il gesto mosso da "odio razziale verso gli ebrei, perché vivono meglio".

Il 27 marzo il giovane è stato giudicato colpevole di "tentato omicidio" e condannato a 13 anni di detenzione e a cure psichiatriche; con il verdetto i giudici avevano così scagionato il ragazzo dall'accusa di istigazione all'odio razziale (art. 282 del codice penale russo).

Un mese dopo, il suo avvocato, Vladimir Kirsanov, ha fatto appello alla Corte Suprema per ottenere una riduzione della pena. Stessa iniziativa dei difensori delle vittime che allo stesso tempo, invece, hanno chiesto di includere nei capi d'accusa anche l'istigazione all'odio razziale.

Ieri la decisione della Corte Suprema, che ordina al tribunale di Mosca di riesaminare il caso Koptsev. Il rabbino capo di Russia Berel Lazar si è detto fiducioso che il giovane venga giudicato colpevole di anti-semitismo.

Nel suo rapporto annuale per il 2004 lo Stephen Roth Institute dell'Università di Tel Aviv ha accusato Russia, Ucraina e Bielorussia di non fare abbastanza per combattere l'antisemitismo. Secondo lo studio, le autorità di questi Paesi tendono a classificare come semplici "hooligans" "terroristi" i responsabili di aggressioni fisiche o atti vandalici contro ebrei, senza citare l'antisemitismo tra i moventi delle loro azioni.

Un sondaggio dell'anno scorso condotto dal Pew Research Center for the People and the Press on global attitudes towards Muslims, Jews, and Christians, indicava la Russia come il Paese più antisemita tra quelli a maggioranza cristiana: oltre il 51% degli intervistati si era detto contrario agli ebrei.