Cina, in un anno le autorità hanno arrestato 1958 cristiani evangelici

La persecuzione più dura è avvenuta nell'Henan, dove sono stati fermati 823 fra pastori e fedeli cristiani. I più colpiti sono i leader della comunità e gli insegnanti: il governo teme che possano corrompere le nuove generazioni.


Pechino (AsiaNews) – Il regime comunista cinese ha arrestato nel corso dell'ultimo anno 1958 fra pastori e fedeli delle Chiese protestanti non ufficiali. Lo ha denunciato ieri la China Aid Association (Caa), un'organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti che opera per la libertà religiosa in Cina. L'organizzazione ha pubblicato, insieme alla denuncia, un rapporto dettagliato che spiega la persecuzione anti-cristiana portata avanti dalle autorità di 15 province cinesi.

"I più colpiti dalla persecuzione – si legge nel documento – sono gli incontri fra pastori ed insegnanti cristiani, visti con particolare ostilità dal governo che mira ad indottrinare le nuove generazioni. Vi sono innumerevoli prove dei maltrattamenti e delle torture subiti dai leader delle comunità da parte della polizia e dei membri dell'Ufficio affari religiosi".

L'Henan è stata la provincia più colpita: in 12 mesi le autorità hanno arrestato 823 cristiani nel corso di 11 operazioni. Fra questi, anche cinque cittadini americani.

Molti detenuti hanno subito abusi durante il tempo trascorso in carcere. Dopo l'arresto di un gruppo di cristiani della contea di Wen, il 13 marzo scorso, due donne – di 72 e 21 anni – sono state costrette a spogliarsi durante l'interrogatorio. Il pastore Li Gongshe, disabile, è stato brutalmente malmenato ed ha riportato la rottura di una costola.

Pechino permette la pratica del cristianesimo protestante solo all'interno del Movimento delle tre autonomie (MTA), nato nel 1950 dopo la presa di potere di Mao e l'espulsione dei missionari stranieri e dei leader delle Chiese, anche cinesi. Le statistiche ufficiali dicono che in Cina vi sono 10 milioni di protestanti ufficiali, tutti uniti nel MTA. I protestanti non ufficiali, che si radunano nelle "chiese domestiche" non registrate, sono stimati ad oltre 50 milioni.

"Le autorità locali cinesi – continua il rapporto – hanno colpito con costante durezza le attività religiose che non rientrano nel sistema religioso controllato dallo Stato. Le decisioni prese dagli ufficiali di polizia sono spesso arbitrarie, prese su basi inconsistenti ed in contrasto con il diritto alla libertà religiosa".

"Nel periodo fra il 2005 ed il 2006 – aggiunge il documento – la repressione nei confronti delle chiese domestiche è peggiorata in molte province, dove le autorità hanno lanciato degli attacchi contro gli incontri cristiani di grandi dimensioni ed hanno arrestato cittadini di altre città e province".

La situazione peggiore si è verificata nel maggio 2005, quando una serie inusuale di arresti ha colpito 600 cristiani della provincia dello Jilin: secondo la Caa, questo è stato "un tentativo di bloccare l'influenza crescente delle comunità cristiane all'interno del mondo caritativo ed accademico della provincia".