Teheran apre al "dialogo", ma tace sul blocco dell'arricchimento nucleare

La risposta dell'Iran alle proposte dei "5+1" sembrano far perdere mordente all'ultimatum dell'Onu. Mentre la comunità internazionale si divide, l'esercito di Teheran apre un nuovo round di esercitazioni militari.


Teheran (AsiaNews) – La comunità internazionale è sempre più divisa sulle mosse da intraprendere verso il gioco a rimpiattino dell'Iran e del suo programma nucleare. Ieri il negoziatore per il nucleare, Ali Larijani ha presentato ai 5 ambasciatori del Consiglio di Sicurezza Onu, più la Germania (i cosiddetti "5+1") le risposte al pacchetto di incentivi economici offerti a Teheran in cambio dell'abbandono del suo programma nucleare. Larijiani ha affermato che l'Iran è pronto da oggi a un "dialogo serio". All'incontro erano presenti gli ambasciatori di Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Germania. Al posto del rappresentante degli Stati Uniti, vi era il rappresentante della Svizzera, che cura gli interessi americani. La risposta iraniana era stata posticipata di continuo fino a ieri. Intanto però, sull'Iran pesa la richiesta dell'Onu di terminare i processi di arricchimento del nucleare iraniano entro e non oltre il 31 agosto.

Non si conosce il contenuto delle risposte di Larijiani e soprattutto non è chiaro se vi è l'accettazione della scadenza Onu. Tutto però sembra indicare che Teheran non voglia piegarsi alle richieste del Palazzo di Vetro.

L'Ayatollah Khamenei, capo spirituale e politico della Repubblica islamica, ha dichiarato che l'Iran è deciso nell'andare avanti con il suo programma nucleare, nonostante i veti del Consiglio di Sicurezza.

La proposta dei "5+1" contiene incentivi economici, fra cui l'offerta di un reattore ad acqua leggera e una provvista a lunga scadenza di combustibile nucleare. In più è affermato il riconoscimento del diritto di Teheran ha perseguire una tecnologia nucleare. Si richiede comunque il blocco dei processi di arricchimento dell'uranio, passibili di essere utilizzati per costruire bombe e venduti ad altri paesi della regione.

È stato proprio il ritardo dell'Iran a rispondere a queste offerte che ha portato il Consiglio di Sicurezza ha votare l'ultimatum del 31 agosto.

L'apertura di Teheran a dialogare sul pacchetto sembra far perdere mordente all'ultimatum. Fra i membri del Consiglio di Sicurezza vi è divisione: la Cina ha già dichiarato che, data l'apertura al dialogo, occorre "calma, pazienza, flessibilità"; la Russia rimane contraria alla possibilità di sanzioni dopo il 31 agosto; gli Stati Uniti dicono che studieranno le risposte dell'Iran, ma sono pronti a nuove risoluzioni se tali risposte non incontrano le richieste del Consiglio di Sicurezza.

Intanto l'esercito di Teheran sembra impegnato in un nuovo round di esercitazioni militari – la seconda nell'estate. A partire dalla provincia del Sistan – Baluchistan, nel sud-est, le esercitazioni si diffonderanno in altre 15 province nelle prossime 5 settimane. Durante le esercitazioni, iniziate lo scorso fine settimana, i militari hanno utilizzato anche 10 missili Saegheh (terra-terra), che hanno un raggio di 75-225 km. Il brigadiere gen. Mohammad Hassan Dadras, comandante delle forze di terra, ha detto che "nessuna potenza aerea della regione può essere capace di ostacolare l'esercito iraniano".