Xinjiang, rischia di scomparire la giada degli imperatori

Un ricercatore di Pechino lancia l'allarme: se il governo non interviene contro l'estrazione selvaggia della rara giada Khotan, questa rischia di sparire per sempre nei prossimi cinque anni.


Urumqi (AsiaNews/Scmp) – Le riserve cinesi di una rara giada, estratta per la maggior parte da un fiume del Xinjiang, finiranno molto presto se continua la massiccia estrazione della pietra al momento in atto nella provincia. Lo ha denunciato ieri un esperto di gemme.

Wang Shiqi, vice direttore del Centro per la valutazione delle gemme dell'Università di Pechino, sostiene infatti che i depositi della giada Khotan, o Hotan, andranno esauriti nel corso dei prossimi cinque o sei anni se il governo non proibisce l'uso indiscriminato dei macchinari pesanti per l'estrazione della pietra. Essi sono piazzati sulle rive del fiume Yurungkax, principale fonte della giada.

Questa varietà di pietra è considerata la più pregiata giada al mondo, data la sua purezza e brillantezza: nei secoli è stata associata agli imperatori cinesi. La Khotan viene venduta a mille yuan [circa 100 euro ndr] al grammo, ma i prezzi sono in aumento.

Secondo la Xinhua, il mercato ha convinto molti investitori ad invadere la provincia per sfruttare questa risorsa. Secondo un minatore del luogo, al momento "sul fiume Yurungkax lavorano oltre 200 mila persone, aiutate da due mila macchina per l'estrazione".

Per Zheng Shengli, che opera da tempo nel mercato delle giade, la Khotan si esaurirà entro tre anni. Spiega infatti che "già adesso, circa la metà dei macchinari non lavora più: non si trovano pietre".