Nobel per la pace all'economista del Bangladesh, Muhammad Yunus

È l'inventore del microcredito. Missionari del PIME a Dhaka: è una figura stimata per la sua levatura morale, la vittoria dà speranza a tutti gli onesti del Paese. Ma, "attenzione a non idealizzare".


Dhaka (AsiaNews) – Il premio Nobel per la pace è stato assegnato oggi all'economista bangladescio Muhammad Yunus, 66 anni, inventore del microcredito e alla sua Grameen Bank (Banca del villaggio). Dal Bangladesh, missionari del PIME da anni sul posto, sottolineano la doppia valenza della scelta di un uomo come Yunus: quello economico-finanziario legato ai buoni risultati della sua "invenzione" e quello morale e umano, legato alla persona, "un uomo pulito e fonte di speranza per tutti gli onesti". Ma, "attenzione a non idealizzare".

Il premio e il lavoro di Yunus

La motivazione data dalla giuria spiega che il prestigioso riconoscimento è stato conferito all'economista e al suo istituto di microcredito "per gli sforzi di creare sviluppo economico e sociale dal basso". "Attraverso culture e civiltà – si legge nella comunicazione ufficiale –  Yunus e la Grameen Bank hanno dimostrato che persino i più poveri dei poveri possono lavorare per portare avanti il proprio sviluppo. La pace duratura non può essere ottenuta a meno che larghe fasce della popolazione non trovino modi per uscire dalla povertà".

Il sistema del microcredito è un basato su prestiti senza garanzie ai poveri per aiutarli a creare piccole attività. La Grameen Bank è stata creata nel 1983: oggi ha oltre mille filiali con 12.500 dipendenti. I clienti in 37 mila villaggi sono 2.100.000, per il 94 % donne.

Luci ed ombre del microcredito

Un missionario del Pime a Dhaka commenta ad AsiaNews l'assegnazione del Nobel. "Il lavoro che ha fatto quest'uomo è rilevante – dice - perché ha cercato un approccio diverso e nuovo al problema della povertà, dando fiducia anche alle persone meno abbienti con un sistema che non è semplice beneficenza a fondo perduto, ma presta attenzione anche agli aspetti sociali".

Il sacerdote, però, invita a non idealizzare: "Il microcredito non risolve tutti i problemi dei Paesi poveri", come anche la stessa Giuria riconosce nella motivazione. Ci sono ancora delle ombre su cui riflettere: "Il microcredito è diventato un'impresa grande e alcuni ritengono che si sia allontanato dalle intenzioni iniziali e abbia adottato una mentalità più capitalistica". In molti casi, poi, la sua applicazione pratica ha "aspetti duri", che meritano attenzione: "Al microcredito si rivolgono persone molto povere e quando non riescono a far fruttare la loro attività, per pagare il debito con la Grameen Bank cercano altri prestiti e finiscono per ritrovarsi più poveri di prima. In questo caso o si perde tutto o si trova un benefattore. Ed è un fenomeno diffuso, ance se non diretta conseguenza del sistema del microcredito".

Per il missionario, però, il valore principale della vittoria di Yunus è la speranza che darà alla gente del Bangladesh e non solo: "Nel Paese è una persona rispettata perché moralmente pulita, impegnata per la sua gente, nella lotta contro la corruzione e la sua Banca e le compagnie da lui fondate rappresentano un elemento positivo per l'economia nazionale". Il sacerdote è convinto: "Il premio Nobel a Muhammad Yunus dà speranza agli onesti, in Bangladesh, segnato dalla corruzione e in tutto il mondo".