Bangladesh: ancora disaccordo sulle riforme elettorali

Dal 28 ottobre deve prendere il potere un governo provvisorio, che condurrà il Paese alle elezioni di gennaio. Ma tra maggioranza e opposizione  non c'è ancora accordo su chi guiderà la transizione. La Awami League invita la popolazione a preparare proteste di  piazza.  


Dhaka (AsiaNews) – A pochi giorni dal passaggio di poteri del governo guidato dal Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp) ad uno provvisorio, in vista delle elezioni generali di gennaio 2007 i partiti politici ancora non trovano un accordo su chi guiderà la fase di transizione. Anzi: infuria la protesta dell'opposizione, la cui leader Sheikh Hasina ieri ha invitato la popolazione a "prepararsi ad una grande protesta per ottenere elezioni libere". I colloqui tra Bnp e Awami League (Al, coalizione composta da 14 partiti d'opposizione) sulle riforme elettorali avviati questo mese, sono al momento rimandati a dopo la festività di Idul Fitri, celebrata oggi in Bangladesh.

Il Bnp non ha ancora risposto in senso positivo al piano di riforme in 31 punti proposto dalla Al per assicurare votazioni "trasparenti". Il principale punto di scontro è sulla guida del governo provvisorio, che dovrà prendere il potere dalla mezzanotte del 27 ottobre. Il Bnp, dell'attuale premier Khaleda Zia, vorrebbe come presidente ad interim l'ex capo della Giustizia K M Hasan. Il suo nome è osteggiato, però, dalla Al che lo ritiene troppo legato al contestato primo ministro.  Altro motivo di disaccordo è la richiesta dell'Al di rimuovere il capo della Commissione elettorale e i suoi membri, anche questi "troppo di parte". Se le sue richieste non verranno accontentate, la Awami League minaccia di scendere in piazza.

A metà ottobre, la Commissione statunitense sulla libertà religiosa internazionale ha espresso preoccupazione per possibili violenze in Bangladesh prima e dopo l'appuntamento elettorale del 2007. Il governo della Zia ha promesso di garantire l'ordine.

Secondo AKM Shahidullah, docente al Dipartimento di scienze politiche all'Università di Dhaka, "se le due parti non trovano un accordo il Paese precipiterà in un periodo di pericolose tensioni, violenze e anarchia". Secondo alcuni quotidiani locali, il ruolo decisivo per uscire dalla crisi dovrebbe essere del presidente del Bangladesh, Iajudin Ahmed.