Thailandia, capo della giunta: mancano prove contro Thaksin

Lo ammette il gen. Sonthi, che avverte comunque l'ex premier di non rimpatriare. Vacilla la giustificazione dell'esercito al golpe di settembre, i militari temono di perdere il consenso popolare.


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Gli inquirenti non hanno ancora trovato prove concrete sulla corruzione dell'ex premier thailandese Thaksin Shinawatra. Lo ammette il generale Sonthi Boonyaratglin, leader del colpo di Stato che lo scorso 19 settembre ha deposto il contestato primo ministro.

La mancanza di prove contro Thaksin fa vacillare la giustificazione della giunta alla sua deposizione. Ad ogni modo Sonthi mette in guardia l'ex capo di governo, ora in esilio a Londra, dal fare ritorno in patria e garantisce che i militari sono in allerta per ogni possibile contro golpe.

Il generale, a capo del Consiglio della sicurezza nazionale che di fatto detiene il potere in Thailandia, ha parlato delle indagini su Thaksin in un'intervista al quotidiano Nation. "Non possiamo confiscare il denaro che ha fatto sulla base di prove legalmente valide – ha detto Sonthi – possiamo solo cercare possibili prove nascoste partendo dal suo controverso retroterra".

Il capo della giunta militare ha più volte giustificato il colpo di Stato incruento di settembre con il fatto che la corruzione dilagante nei cinque anni del governo Thaksin minava le fondamenta stesse della democrazia del Paese. Dopo la presa del potere, Sonthi ha istituito un gruppo di investigatori per provare le imputazione a carico del magnate delle telecomunicazioni.

Il generale ha poi riconosciuto che l'esercito potrebbe perdere il sostegno della popolazione, di cui finora ha goduto, se non emergerà nulla che confermi le colpe dell'ex premier. Quest'ultimo in esilio a Londra non può ancora rimpatriare. "Se è veramente interessato al Paese – ha detto Sonthi – non deve tentare di farvi ritorno".