Religioni in preghiera per la democrazia in Myanmar

Un gruppo di ex detenuti politici birmani indice una settimana di preghiere in tempi, moschee e chiese per "una soluzione pacifica alla crisi politica" e la scarcerazione dei dissidenti.


Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Una settimana di preghiera delle religioni presenti in Myanmar per una "soluzione pacifica" alla difficile situazione birmana è l'appuntamento con cui si intende chiudere una campagna per la liberazione dei prigionieri politici del Paese. Promotore dell'iniziativa è il gruppo "Studenti della Generazione 88", animato da ex detenuti del movimento studentesco represso nel 1988 dalle autorità.

Lo scorso 24 ottobre "Generazione 88" ha chiuso con 535.580 firme una petizione, da inviare alle Nazioni Unite, che chiede la scarcerazione di tutti i prigionieri politici. Gli organizzatori soddisfatti della "coraggiosa" adesione, raccontano di aver svolto la campagna senza particolari ostruzioni dalla giunta militare.

La raccolta firme è partita il 2 ottobre pochi giorni dopo l'arresto di cinque leader del gruppo. Si tratta di Min Ko Naing, Ko Ko Gyi e Htay Kywe. Ad essi si aggiungono Min Zeya e Pyone Cho arrestati il 30 settembre, dopo che Washington ha minacciato una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu per fermare le violazioni ai diritti umani commesse da Yangon.

Per concludere la mobilitazione, il gruppo ha indetto una settimana di preghiere. Dal 29 ottobre al 4 novembre in monasteri buddisti, chiese e moschee del Paese si terranno veglie di preghiera per "una soluzione pacifica alla crisi politica, per tutti i detenuti politici e anche per le vittime delle recenti inondazioni".

"La nostra campagna – spiega alla stampa thailandese Kyaw Min Yu, tra i promotori – mira a dimostrare l'amore per il nostro Paese e non vuole cercare lo scontro con le autorità".