Vaticano: un negoziato "senza pre-condizioni" per la "soluzione dei due Stati" in Terra Santa

Nel suo intervento all'Onu il rappresentante della Santa Sede ricorda la necessità di garanzie internazionali per Gerusalemme, che garantiscano libertà di religione per tutti e permettano a tutti libero accesso ai Luoghi Santi.


Città del Vaticano (AsiaNews) – La comunità internazionale, ed in particolare il Quartetto  (Onu, Stati Uniti, Europa e Russia), debbono usare i loro buoni uffici per realizzare la "soluzione dei due Stati", cioè la pacifica coesistenza tra Israele e Palestina. Adoperarsi per un negoziato "senza l'imposizione di pre-condizioni da entrambe le parti" è, a giudizio della Santa Sede, la via migliore per trovare una soluzione ad un conflitto che pesa su tutto il Medio Oriente ed il mondo intero, e che comprende anche la questione dello status "internazionalmente garantito" di Gerusalemme.

Le indicazioni del Vaticano di fronte ad un conflitto che continua ad insanguinare la Terra Santa sono state esposte ieri dall'osservatore permanente della Santa Sede, mons. Celestino Migliore, nel suo intervento alla Commissione politica speciale e decolonizzazione della 61ma assemblea generale

delle Nazioni Unite, sul problema dei rifugiati palestinesi, il testo del quale è stato diffuso in Vaticano.

"Ogni anno in questa occasione – ha detto - noi recitiamo la stessa lista senza fine delle difficoltà e dei contrasti che separano israeliani e palestinesi", ma sono contrasti che rendono più urgente affrontare "la fondamentale ingiustizia che è al cuore di questa questione".

"Non si può ignorare – ha rilevato il diplomatico vaticano –  la centralità del conflitto israelo-palestinese nella persistente instabilità del Medio Oriente. E' questo il motivo per il quale noi continuiamo a vedere nella soluzione dei due Stati la base per la soluzione della crisi, che permetta agli israeliani di vivere in sicurezza nella loro patria ed ai palestinesi di vivere senza pericolo in un loro Stato vivibile. Ciò sarà realizzabile solo se la comunità internazionale ed in particolare il Quartetto si assumono il compito di riattivare rapidamente un vero negoziato".

"E' un fatto drammatico – ha proseguito mons. Migliore – che la comunità internazionale non è riuscita ad impegnare israeliani e palestinesi in un dialogo significativo e concreto per trovare una soluzione capace di dare pace e stabilità ad entrambi. Spetta chiaramente alla comunità internazionale porre i suoi buoni uffici per facilitare rapidamente un riavvicinamento tra le parti. Evidentemente questa spinta ai negoziati deve avere un approccio equidistante, evitando l'imposizione di pre-condizioni da entrambe le parti". "Risolvere il conflitto israelo-palestinese resta la chiave per una serie di questioni che colpiscono tutto il Medio Oriente, senza parlare delle conseguenze per il mondo intero".

Nell'auspicare che una soluzione negoziata possa essere trovata per dare "una pace non imposta" all'intera regione, mons. Migliore ha sottolineato che, a giudizio della Santa Sede, essa deve comprendere lo status di Gerusalemme. "Alla luce dei numerosi casi di violenze e sfide alla libertà di movimento create dal Muro di sicurezza, la Santa Sede rinnova il suo appoggio per "condizioni internazionalmente garantite che assicurino la libertà di religione e di coscienza dei suoi abitanti, libero ed illimitato accesso ai Luoghi Santi da parte dei fedeli di tutte le religioni e nazionalità".