Buddisti e politici indiani temono le ambizioni della Cina sui confini
di Prakash Dubey

L'ambasciatore cinese ha rivendicato il conteso Stato dell'Arunachal Pradesh. Esponenti della società civile locale chiedono a New Delhi risolutezza con Pechino.


Siliguri (AsiaNews) – Non cessano proteste e preoccupazioni di politici e leader buddisti indiani circa le ambizioni territoriali di recente espresse dalla Cina sulle zone di confine. Secondo diversi membri della società civile, sono una "pretesa illecita" le parole dell'ambasciatore Sun Yuxi, per il quale l'intero Arunachal Pradesh, al confine tra i due Paese, è territorio cinese.

Il diplomatico cinese aveva parlato in questi termini lo scorso 13 novembre durante un'intervista televisiva. Le sue dichiarazioni hanno creato tensioni diplomatiche proprio alla vigilia della visita del presidente Hu Jintao in India dal 20 al 23 novembre. Ora esponenti della comunità buddista e deputati locali chiedono a New Delhi di mostrare fermezza davanti alle rivendicazioni di Pechino.

Dalla guerra sino-indiana del 1962 i due governi discutono l'esatto tracciato dei 3.500 km. di confine. La Cina da decenni propone di cedere l'occidentale Aksai Chin (che copre il 20% del Kashmir) in cambio dell'orientale Arunachal Pradesh. Ma l'India ha dichiarato che nessuna "zona abitata" potrà essere oggetto di revisione e questo rende inaccettabile qualsiasi richiesta sull'Arunachal Pradesh. In questa zona si trovano Tawang e il suo monastero, vestigia del buddismo Mahayana; qui è nato il sesto Dalai Lama, a dimostrazione – dicono le autorità cinesi - che il distretto era parte del Tibet. Dal 1981 sono in corso colloqui ma con scarsi progressi.

T. G. Rinpoche, leader buddista nell'Arunachal Pradesh, ci tiene a specificare che "qui la maggior parte della popolazione è buddista e tutti respingono le pretese territoriali cinesi". Egli auspica inoltre che il premier indiano Manmohan Singh durante la visita di Hu provi a raggiungere una dichiarazione d'impegno da parte cinese a non risollevare più la questione".

Per Nabam Rebia, deputato locale, è necessario che New Delhi dica in modo esplicito che l'Arunachal Pradesh è tutto territorio indiano e che simili dichiarazioni non saranno ammesse in futuro".

Già il giorno successivo alle dichiarazioni di Sun, il ministero indiano degli Affari esteri aveva risposto in modo secco: "L'Arunachal è parte integrale dell'India e sono note le rispettive posizioni".