Giovane cristiano convertito gettato dal treno e ucciso
di Nirmala Carvalho
La polizia registra un caso di “suicidio”, ma con ogni probabilità si tratta dell’ennesimo episodio di persecuzione religiosa. Il ragazzo 18enne è morto dopo tre giorni di agonia; sospettati gli estremisti indù della Bajrang Dal.
Mumbai (AsiaNews) – È morto nel pomeriggio di oggi, dopo tre giorni di agonia, un giovane indù convertito al cristianesimo, che lo scorso 9 gennaio era stato buttato giù da un treno in corsa, in circostanze misteriose. L’incidente, avvenuto nel distretto di Devas - Stato di Madhya Pradesh, India centrale - è stato registrato dalla polizia come un caso di suicidio. Tutto, però, fa pensare all’ennesimo episodio di persecuzione religiosa ad opera degli estremisti indù.
 
Bansi Lal, appena 18enne, stava rientrando a casa dopo aver partecipato ad un incontro della comunità pentecostale, quando persone non identificate lo hanno scaraventato giù dal treno in corsa. Portato in ospedale, i medici hanno fatto il possibile per salvarlo; aveva perfino delle pietre conficcate nel cranio. Ma Bansi Lal non ce l’ha fatta, è morto senza riuscire a deporre la sua versione dei fatti. Così la polizia ha registrato e chiuso il caso come “suicidio”.
 
Ma lo Stato di Madhya Pradesh è noto per i diffusi episodi di persecuzione contro i cristiani, come sottolinea ad AsiaNews Indira Iyengra, presidente del Forum cristiano del Madhya Pradesh e Chattisgarh. I principali sospettati dell’accaduto sono i militanti della Bajrang Dal, molto attivi nella zona. “La Brigata di Bajrang” è l’ala giovanile del Vishwa Hindu Parishad (VHP); la formazione fa parte della famiglia del Sangh Parivar, il gruppo di organizzazioni fondate sull’ideologia hindutva, che tra le altre cose combattono per proteggere l’identità indù dell’India. “Dopo un periodo di relativa calma – riferisce Indira Iyengra - gli attivisti del Bajrang Dal hanno aumentato i loro attacchi ai cristiani nello Stato, specialmente nel periodo di Natale”.
 
Il giovane, convertitosi da due anni e mezzo al Cristianesimo, aveva già ricevuto minacce e la sua stessa famiglia non approvava la sua scelta. Leader cristiani in India preferiscono non commentare la notizia per non rischiare di far esplodere possibili violenze e ritorsioni contro i cristiani del posto.