L'UE critica l’India per gli abusi contro gli “intoccabili”
di Nirmala Carvalho
Il governo di Delhi accusato di non fare abbastanza per la tutela dei diritti dei dalit. Dura reazione in ambienti indiani ufficiali. Proteste anche dall’interno del Parlamento per valutazioni definite “non accurate”.

Strasburgo (AsiaNews/Agenzie) – L’Unione europea delibera una risoluzione contro la politica dell’India per i fuori casta dalit. Ambienti diplomatici indiani definiscono “errate” le considerazioni del rapporto, mentre anche europarlamentari lo criticano.

Il Comitato per  lo sviluppo del Parlamento dell’Unione europea ha approvato una risoluzione che definisce “grandemente inadeguate” le leggi indiane per la tutela dei dalit ed evidenzia i diffusi abusi che essi subiscono nel Paese, come sfruttamento minorile, analfabetismo, violenze, espropri, assunzione solo per i lavori più umili e meno pagati. C’è “preoccupazione” per lo scarso numero di condanne penali contro chi commette crimini a danno dei dalit e il governo indiano è “sollecitato” a migliorare l’intervento penale contro questi delitti, anche assicurando adeguata attenzione per le denunce presentate dai fuori casta, e a prendere “speciali misure” per la tutela delle donne dalit.

Soddisfazione nelle comunità dalit in India, che osservano come nei 59 anni passati dall’indipendenza del Paese la loro situazione economica e sociale non abbia avuto sostanziali miglioramenti. Per cui è ritenuto positivo che la necessità di un deciso intervento del governo sia affermata anche da autorità estere come l’Unione europea.

Reazioni dure, invece, in altri ambienti indiani. Amar Sinha, portavoce dell’ambasciata indiana a Bruxelles, definisce la risoluzione “infelice”, “priva di equilibrio e di una corretta prospettiva”. “Il rapporto – prosegue – si concentra sui soli aspetti negativi [della situazione] e ha selezionato puri dati statistici per fondare le sue ipotesi”. “Questo indica un’opinione molto negativa sull’intero passato di un popolo”.

L’europarlamentare Neena Gill ha definito il rapporto “redatto in modo non accurato e causa di evidenti danni alla lotta per i diritti umani”. Gill, presidente dell’Associazione dell’Asia meridionale per la cooperazione regionale (Saarc), sottolinea che hanno partecipato al voto meno di 30 dei 785 membri del Parlamento europeo.

“Si tratta – conclude – di un rapporto molto delicato su una questione davvero importante ed è oltraggioso che sia passato senza alcuna consultazione con la Saarc, il sub comitato per i diritti umani, il Comitato per gli affari esteri”.