Atteso per domani il voto dell’Onu sulle nuove sanzioni all’Iran
La risoluzione che sarà presentata al Consiglio di sicurezza prevede il blocco delle esportazioni di armi, restrizioni commerciali e finanziarie ed il divieto di recarsi all’estero per alcuni esponenti iraniani.

New York (AsiaNews/Agenzie) –Dovrebbe essere votata domani, sabato, la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulle nuove sanzioni all’Iran. Ieri, alle Nazioni Unite, i Paesi del “5+1” - i membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Usa Russia, Cina Gran Bretagna e Francia) più la Germania – hanno infatti respinto alcune proposte di modifica avanzate da Sud Africa, Indonesia e Qatar ed apportato  “7 o 8 piccoli emendamenti” alla bozza che avevano preparato, secondo quanto riferito dall’ambasciatore inglese, Emyr Jones Parry.

Ora sono in corso colloqui per garantire al progetto la maggioranza dei voti dei 15 componenti del Consiglio di sicurezza. In proposito, l’ambasciatore francese Jean-Marc La Sabliere ha sostenuto che già c’è “una larga maggioranza” favorevole.

Ancora non si sa se alla riunione per il voto parteciperà il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che aveva annunciato di voler intervenire ed ha chiesto, ed ottenuto, il visto statunitense per recarsi a New York.

Secondo anticipazioni, la risoluzione proposta blocca le esportazioni dirette o indirette di armi iraniane, introduce restrizioni finanziarie ed indica 10 gruppi iraniani ed otto persone ritenute responsabili di aver violato la precedente risoluzione 1737 del dicembre scorso, che imponeva di fermare il processo di arricchimento del combustibile nucleare e che è stata violata da Teheran. Fra le persone alle quali la risoluzione vieta di conseguenza i viaggi all’estero ci sono sette capi delle Guardie della rivoluzione, i pasdaran.

Gli emendamenti respinti di Sud Africa, Indonesia e Qatar proponevano un congelamento di 90 giorni delle sanzioni, per permettere un possibile adempimento iraniano, e affermavano il principio che l’intero Medio Oriente deve essere libero da armi di distruzioni di massa e dai missili per trasportarle, con un implicito, ma evidente, riferimento ad Israele.

Fra gli emendamenti accolti c’è un riferimento all’Agenzia per l’energia atomica (Aiea) che viene confermata essere l’organo competente a verificare il rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare da parte degli Stati. In caso di rapporti positivi dell’Aiea è previsto che il Consiglio di sicurezza possa sospendere le sanzioni.