Russia e Cina esploreranno insieme Marte
Concluso un accordo per inviare una sonda spaziale verso Marte e la sua luna Phobos. Siglati vari accordi economici per 4 miliardi, ma nessun passo in avanti per l’oleodotto dalla Siberia alla Cina. Esperti: pur con diversi interessi i due Paesi vogliono crescere insieme, anche per bilanciare l’influenza degli Stati Uniti.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Questa mattina il presidente Hu Jintao è tornato in Cina, dopo la visita di 3 giorni in Russia. Ci sono stati accordi e commerciali e dichiarazioni di cooperazione nell’esplorazione spaziale e per mandare una missione su Marte, ma nessun progresso per l’oleodotto siberiano, molto ambito da Pechino.

Per il 2009 i due Stati manderanno un satellite cinese in orbita intorno a Marte per studiarlo e una navicella spaziale sulla sua luna Phobos per prendere campioni di suolo e pietre. La missione è salutata come segno della crescente collaborazione politica e tecnologica tra Mosca e Pechino. Nel 2003 la Cina è stata la 3° Nazione (dopo Stati Uniti e Russia) a mandare una persona nello spazio e ha in programma l’invio di un astronauta sulla Luna e la creazione di una stazione spaziale orbitante.

Esperti commentano che, comunque, la collaborazione ha un significato soprattutto politico e che la Russia finora non ha condiviso con Pechino la propria tecnologia spaziale.

Ieri Hu è stato nel Tatarstan, regione a oriente dei monti Urali ricca di petrolio. Ha incontrato il leader regionale Mintimir Shaimiyev e gli studenti dell’università. La ditta cinese Great Wall inizierà nel 2007 nella piccola città di Elabuga la produzione di 50mila autoveicoli annui, destinati al mercato russo ed europeo.

In questi giorni Hu e Putin hanno parlato del problema nucleare della Corea del Nord e dell’Iran e il 26 marzo in una dichiarazione congiunta hanno detto che il problema iraniano “deve essere risolto solo con metodi pacifici”. I due leader hanno anche partecipato alla firma di 21 accordi commerciali per un valore di 4 miliardi di dollari, compresa la fornitura per 460 milioni di dollari di 94mila tonnellate di acciaio russo alla Cina e un aumento della vendita del petrolio russo trasportato in Cina tramite ferrovia. Nel 2006 Pechino ha comprato 15 milioni di tonnellate di petrolio russo, di cui 11 milioni hanno viaggiato tramite ferrovia. Ma non è andato a buon fine un previsto accordo tra la Rosneft (2° ditta russa in campo petrolifero) e la China Petroleum and Chemical Corp. per la fornitura di 3 milioni di tonnellate di greggio russo, a causa di una disputa tra la Rosneft e le ferrovie russe sul costo per il trasporto. Pechino da tempo chiede alla Russia la costruzione di un oleodotto che convogli il petrolio dalla Siberia siberiano in Cina, ma la Russia prende tempo e non risultano esserci stati passi in avanti.

Tra gli accordi ci sono anche finanziamenti per 1 miliardo a favore delle esportazioni di merci e servizi russi in Cina nei prossimi  8 anni. La Russia da tempo lamenta la rapida penetrazione delle merci cinesi: secondo dati ufficiali dell’Ufficio doganale russo, nel 2006 l’esportazione russa in Cina è cresciuta del 21% giungendo a 16 miliardi di dollari, mentre quella cinese in Russia è aumentata dell’80% fino a 13 miliardi. La stampa russa protesta che Pechino vuole solo comprare materie prime e armi e in cambio invade il mercato con le sue manifatture.

Peter Westin, esperto della Banca MDM (leader tra le finanziarie russe), osserva che il principale interesse cinese sono le fonti energetiche russe, mentre per Mosca è vantaggioso vendere acciaio e armi.

Mosca guarda con crescente interesse ad oriente e vuole aumentare i rapporti economici e politici con i Paesi asiatici. I due Stati fanno parte della Shanghai Cooperation Organization, che comprende anche vari Stati dell’Asia centrale e che assume sempre più il carattere di una sede privilegiata per la collaborazione militare, economica ed energetica. Esperti osservano che entrambi gli Stati vogliono diminuire l’influenza degli Stati Uniti nel Caucaso e nell’Asia centrale. (PB)