Vescovo cattolico: Difendete i cristiani dalla legge islamica, rispettate la Costituzione
di Joseph Masilamany
Dopo il caso di una donna di origini indiane, che dovrà presentarsi davanti ad un tribunale islamico per un caso di divorzio da un convertito musulmano, ad AsiaNews parla mons. Tan, presidente della Christian Federation of Malaysia. “Preoccupazione tra le minoranze, la legge suprema del Paese è la Costituzione, non quella islamica”.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - “Difendete con ogni mezzo la Costituzione e il diritto dei non musulmani di essere giudicati da corti civili e non islamiche in materia di libertà civili e famiglia”. È l’appello che, attraverso AsiaNews, mons. Paul Tan Chee Ing, SJ - presidente della Christian Federation of Malaysia (CFM) - rivolge ai parlamentari del Paese asiatico. In Malaysia la convivenza di due legislazioni - sharia e legge civile - sta generando profondi conflitti sociali e dibattiti nell’opinione pubblica sull’effettiva presenza di libertà religiosa.
 
L’appello di mons. Tan si inserisce nella generale protesta delle comunità religiose di minoranze contro il caso di una giovane donna indiana che sta lottando per la custodia dei propri figli contro il marito convertito all’islam un anno fa. Muhammad Shafi Saravanan Abdullah ha chiesto il divorzio dalla moglie, R Subshini, ad un tribunale islamico. La donna si è rivolta alla Corte di Appello perché il loro caso venisse trattato da un tribunale civile, ma la richiesta è stata respinta. Sarà quindi la prima volta che una non musulmana apparirà davanti alla Corte islamica. La donna chiede di avere i due figli di 3 e 1 anno che se affidati al marito, come prevede la sharia, diventeranno automaticamente musulmani.
 
La CFM ha definito il caso di Subshini “chiaramente incostituzionale”. Le minoranze etniche come cinesi e indiani, in Malaysia, ricadono sotto la giurisdizione dei tribunali civili. “Guardiamo con grande preoccupazione a questa vicenda – dice mons. Tan – sembra infatti che l’articolo della Costituzione federale in cui si stabilisce che le corti islamiche esercitano giurisdizione solo sui fedeli di religione musulmana sia stato modificato includendo anche i non musulmani”. 
 
All’appello della CFM si è unito anche il Malaysian Consultative Council for Buddhism, Christianity, Hinduism, Sikhism and Taoism, che ha promosso per questa settimana una campagna di preghiera nazionale per i diritti delle minoranza: “Le comunità non musulmane nel Paese non sono pronte ad accettare il ‘raggiro’ delle corti civili a favore di quelle islamiche”.